Tagliato di punto in bianco il doposcuola della Parrocchia di Santa Croce, ma i genitori non ci stanno

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“Prima ci hanno detto che non potevamo più disporre di trasporto e mensa poi, nei giorni scorsi, è arrivata una mail nella quale ci è stato comunicato, di punto in bianco, che il servizio di doposcuola verrà sospeso definitivamente”. Una vera e propria doccia gelata quella che si è abbattuta su una trentina di famiglie i cui bambini frequentavano il doposcuola istituto presso la Chiesa di Santa Croce.
“A seguito delle nuove disposizioni per le parrocchie emanate dalla Diocesi in materia di responsabilità e sicurezza, insieme al consiglio parrocchiale – scrive in una mail indirizzata alle famiglie, Don Adam – abbiamo deciso di sospendere il servizio del doposcuola in parrocchia per l'anno 2019/2020”.
I genitori sono sul piede di guerra: “su trasporto e pranzo avremmo anche potuto chiudere un occhio e cercare una soluzione alternativa ma ora non sappiamo più a che santi appellarci. Non è possibile tagliare di colpo un servizio tanto prezioso per le famiglie e i bambini così, su due piedi. Senza offrire spiegazioni, liquidandoci con poche righe”. Molti papà e mamme, sostenitori del Metodo Montessori, avevano scelto di far frequentare ai loro piccoli la Scuola primaria statale Colonnello G. Lugli, nonostante non fosse a tempo pieno, proprio per la presenza del doposcuola parrocchiale. Ora però, non essendo più garantito il servizio, dove i “bimbi mangiavano, facevano i compiti e si svagavano insieme”, alcune famiglie sono costrette a valutare il trasferimento dei propri figli in strutture scolastiche dotate di tempo pieno. “Tutto funzionava perfettamente a Santa Croce. Cos’è cambiato? Si parla tanto di sostegno alla genitorialità e alla conciliazione dei tempi e poi si tagliano i servizi che funzionano: siamo davvero al paradosso”.
Il Comune dal canto suo ha le mani legate dal momento che il doposcuola fa capo alla Diocesi e quest’ultima dopo le dimissioni di monsignor Francesco Cavina non pare aver ancora trovato la quadratura del cerchio. “Abbiamo cercato di contattare l’arcivescovo Erio Castellucci, oggi amministratore apostolico della Diocesi di Carpi,  ma è irraggiungibile”, scuotono la testa i genitori.
Don Adam però appare risoluto: “quest’anno monsignor Cavina ci aveva convocati affinché le disposizioni in materia di responsabilità e sicurezza (uscite nel 2005 ma mai prese alla lettera) venissero rispettate in toto. Tutto è diventato macchinoso e complicato ma aldilà di questo è la responsabilità che è diventata troppa. I bambini sono assicurati all’interno della scuola e della parrocchia ma nel caso in cui succedesse loro qualcosa mentre uscendo dalle lezioni raggiungono il pulmino, a finire nei guai saremmo noi. Io non me la sento di assumermi un onere tanto pesante”. Ogni anno, prosegue il parroco, “abbiamo proposto il doposcuola con le nostre sole forze ma non abbiamo mai offerto una garanzia di continuità. D’altronde basta un educatore in meno per far saltare tutto. Confido che la Scuola Colonnello Lugli decida di introdurre tale servizio per rispondere così ai bisogni delle famiglie”.
Jessica Bianchi

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