L’Oratorio della Madonna Addolorata finisce in Consiglio Comunale grazie a un’interrogazione di Enrico Fieni (Fratelli d’Italia). Da anni il fabbricato pericolante che insiste su via Nuova Ponente costituisce non solo un ostacolo ma anche un pericolo concreto. In corrispondenza della “cappelletta” la strada si restringe e ora che proprio di fronte è stato creato un accesso per raggiungere numerosi esercizi commerciali le cose si sono ulteriormente complicate. L’edificio è di proprietà di privati, per i quali, evidentemente, quel bene, tutelato dalla Sovrintendenza, non rappresenta certo una priorità.
Ora però qualcosa si è finalmente mosso. Nella sua interrogazione Fieni chiedeva “se esiste una perizia strutturale redatta dall’ufficio tecnico comunale o dai vigili del fuoco” per conoscere le reali condizioni di pericolo dello stabile e di “conoscere le intenzioni dell’Amministrazione per superare l’attuale stallo burocratico”.
L’Oratorio e l’adiacente Villa Bonasi sono considerati dalla Soprintendenza un bene complesso, ovvero un unicum vincolato attraverso un decreto ministeriale datato 9 ottobre 1984. In Comune a Carpi, l’ultima pratica relativa a villa e oratorio risale al 2008 ed era relativa a “Restauro e traslazione dell’oratorio”. L’oratorio, che essendo vincolato non può essere demolito e ricostruito, doveva essere traslato di qualche metro all’interno dell’area di pertinenza della villa, a distanza di sicurezza della sede stradale. Progetto che aveva ricevuto l’avallo della Soprintendenza di Bologna ma che, come spiegato dall’assessore all’Urbanistica Alessandro Di Loreto, “non venne mai eseguito dalla proprietà – ndr Erminio Davoli – e dunque i titoli abilitativi sono decaduti”.
Il Servizio sismico dell’Unione delle Terre d’argine, prosegue l’assessore, ha dichiarato l’immobile di via Nuova Ponente, 26 “inagibile” e, in data 10 settembre 2024, ha intimato alla proprietà di “mettere in atto delle opere di messa in sicurezza del fabbricato”. Invito che è però caduto nel vuoto come verificato dalla “Polizia Locale durante un sopralluogo eseguito il 7 ottobre. Alla mancata esecuzione delle opere di messa in sicurezza – spiega l’assessore – è pertanto seguita, il 21 ottobre, una diffida a intervenire inviata alla proprietà e a tutti gli enti coinvolti (Sovrintendenza, Prefettura, Vigili del Fuoco, Polizia locale e Struttura sismica)”. La proprietà ha ora 90 giorni di tempo per rendere la “cappelletta” sicura e, conclude Di Loreto, “in caso di inottemperanza, l’Amministrazione agirà in sostituzione del privato, con oneri a carico del privato stesso”. Il consigliere Fieni si è dichiarato soddisfatto, “finalmente qualcosa si è mosso, ora ci sono delle scadenze chiare, restiamo pertanto in attesa di vedere il risultato”. Arrivederci dunque a fine gennaio 2025…
Jessica Bianchi