Lo chiamano il tè dell’immortalità ed è letteralmente “l’elisir” del momento. Bevanda antichissima, il kombucha, ora nasce anche nella nostra città grazie alla passione e all’intraprendenza di quattro giovani amici carpigiani. I protagonisti di questa storia “frizzantina” sono Jacopo Tioli, Alessandro Bevini, Mattia Russo e Andrea Bertacchini: insieme hanno dato vita, all’inizio dell’anno, a Kodai, un microfermentificio artigianale per la produzione di kombucha. Un’avventura, la loro, che ha preso le mosse da una passione comune, quella per i processi di fermentazione. “Sentivamo il desiderio di creare qualcosa di nostro – spiega Jacopo Tioli – e dal momento che Alessandro si stava dedicando alla produzione di kombucha a casa, abbiamo deciso di investire le nostre energie su quel prodotto davvero interessante”. Kodai (termine giapponese che significa tempi antichi e non poteva che essere così dal momento che questa bevanda è nata più di 2000 anni fa) è nato così, in punta di piedi, tra studio, ricerca e sperimentazione.
Naturale, lievemente effervescente, agrodolce e pungente sulla lingua, il kombucha gioca con le nostre papille gustative, risvegliandole: “nasce facendo fermentare del tè, dolcificato con zucchero di canna grezzo biologico, con una particolare coltura di lieviti e batteri. Il Kombucha – aggiunge Tioli – è un alimento vivo e, non essendo né pastorizzato né microfiltrato, è ricco di batteri amici, antiossidanti, polifenoli e vitamine del gruppo B. Insomma, oltre a essere buonissimo, apportando probiotici è un prezioso alleato del nostro microbiota intestinale per rafforzare il sistema immunitario”.
Il tè utilizzato nella produzione del kombucha made in Carpi è “rigorosamente tè verde Sencha Marumura BIO. Nel nostro laboratorio, in via Volta, 14 (che funge anche da luogo di ritiro, previo appuntamento, in caso di acquisto) nascono cinque differenti prodotti – prosegue Tioli – ma stiamo lavorando a un senso che lanceremo sul mercato il mese prossimo. La bevanda viene aromatizzata con diversi ingredienti: limone e sambuco, luppolo e passion fruit, karkadé e ibisco e un outsider, ovvero un kombucha che nasce dalla fermentazione del caffè”.
C’è chi lo beve a stomaco appena sveglio e chi lo preferisce al caffè di metà mattina. Alcuni sportivi lo usano per recuperare energie dopo l’attività fisica e poi c’è chi lo consuma a pasto. Ma qual è il momento migliore per sorseggiare il kombucha? “Questa bevanda è estremamente versatile – sottolinea Jacopo Tioli – e ognuno può consumarla come vuole. Io, ad esempio, la trovo perfetta per un aperitivo analcolico”. Antico tonico orientale, un kombucha consente, come ogni tè, di regalarci un momento speciale. Solo per noi.
“Stiamo entrando nelle papille gustative delle persone – sorridono i quattro – e questo ci rende davvero felici”. Chi volesse conoscere da vicino questa affascinante bevanda dalle origini antichissime può consultare il sito www.kodaifermentati.it o la pagina Instagram kodai_fermentati
Jessica Bianchi