“Il suicidio assistito è già un diritto nel nostro Paese, a mancare sono tempi, scadenze e procedure certi affinché diventi effettivo”

Il dibattito sul fine vita ha infiammato ieri, 13 febbraio, l’aula del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna. Tra i punti all’ordine del giorno era inserita la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito, che chiede di introdurre tempi certi sul fine vita. La discussione però, come da copione, proseguirà in Commissione Politiche per la Salute dove il testo è stato rinviato: “confido che questo rinvio non si traduca in un affossamento della legge” ha commentato il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato.

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Marco Cappato

Il dibattito sul fine vita ha infiammato ieri, 13 febbraio, l’aula del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna. Tra i punti all’ordine del giorno era infatti inserita la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito, che chiede di introdurre tempi certi sul fine vita, e per l’occasione a Bologna era arrivato anche il tesoriere dell’Associazione Luca CoscioniMarco Cappato. La discussione però, come da copione, proseguirà in Commissione Politiche per la Salute dove il testo è stato rinviato, nonostante M5s e FI abbiano sollecitato senza successo il voto in aula prima della fine della consiliatura ma, la speranza, sottolinea Cappato, è che questo rinvio non si traduca “in un affossamento della legge. Voglio pensare che nessuno abbia in mente di concludere questa consiliatura senza un voto su questa legge, e non serve un anno di tempo. Credo che ciascuno si possa assumere le proprie responsabilità politiche in un tempo molto più breve, confido che questo verrà fatto. Non bisogna aver paura di quella che sarà la scelta”. 

L’Emilia Romagna, ha spiegato Cappato, ha l’occasione di “approvare con una legge regionale delle regole che avrebbero un effetto vincolante e creerebbero questo diritto, nel senso delle procedure e delle scadenze, per le persone che soffrono. Fare in fretta, fare velocemente, è fondamentale ancora di più per chi non rientra nei criteri previsti dalla Corte Costituzionale cioè persone lucide e consapevoli affette da patologie irreversibili e da insofferenze insopportabili e tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale. Per una persona che chiede di morire ma che magari è solo in preda a un momento di disperazione o non è adeguatamente curata con cure palliative, proprio per quella persona è importantissimo intervenire tempestivamente per verificare le sue condizioni prima che si suicidi buttandosi da una finestra”. 

Nel frattempo, in aula la capogruppo pentastellata Sara Piccinini punta a votare la legge entro sei mesi. Forza Italia, tramite la  capogruppo Valentina Castaldini, definisce invece “illegittimi” gli atti della giunta Bonaccini che hanno codificato l’iter per  accedere al suicidio medicalmente assistito e si prepara a  presentare un ricorso. Sulla stessa linea anche FdI, con la  capogruppo Marta Evangelisti che ha già depositato un’istanza  all’Avvocatura dello Stato. 

Il suicidio assistito però è già un diritto nel nostro Paese in tutte le regioni italiane perchè lo ha stabilito la Corte Costituzionale, ha specificato Cappato “nella sentenza sul processo a mio carico per aver accompagnato dj Fabo in Svizzera. Non stiamo discutendo su chi ha diritto o no ad essere aiutato a morire… il problema è che a fronte di un diritto che esiste, in assenza di una normativa nazionale non esistono tempi, scadenze e procedure certe affinché quel diritto sia effettivo”.

Per Cappato, in ogni caso, sono positive la delibera e le linee guida alle Asl approvate dalla Giunta Bonaccini con cui nei giorni scorsi è stato definito l’iter di 42 giorni in cui poter richiedere il suicidio medicalmente assistito.

“Bene – dice Cappato – se questa è una preparazione in attesa di avere anche una legge regionale. Senza quella infatti ogni Ausl si regola come crede e non esistono tempi, scadenze e procedure certi per i cittadini che chiedono di ricorrere al suicidio assistito. Una legge regionale dà meno certezze e garanzie di una nazionale che valga per tutto il territorio, ma sarebbe comunque preferibile rispetto alla situazione attuale dell’assoluto arbitrio e incertezza alla quale persone che già soffrono condizioni inaccettabili vengono costrette dall’assenza di normative anche sul piano regionale oltre che nazionale”. 

Sul suo profilo Facebook il governatore Stefano Bonaccini, assente in aula per impegni istituzionali, chiarisce: “è legittimo che vi siano posizioni e sensibilità diverse, che rispetto. Ma le sentenze si applicano”. Intanto però la legge si incaglia finendo in Commissione e i tempi continuano ad allungarsi…

J.B.

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