Il Pd va… in bianco e vota Sì

In consiglio comunale il Pd approva un debito fuori bilancio di 10mila euro per una causa perduta in appello dall'Amministrazione contro un privato nonostante le righe lasciate in bianco dal revisore dei conti e la presentazione, oltre i termini previsti, del parere dell’avvocato in Corte d’appello. “Io la parcella col piffero che gliela pagherei” ha tuonato la consigliera 5 Stelle, Monica Medici

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Il Partitone nel Consiglio Comunale di giovedì scorso ha dimostrato per l’ennesima volta il suo totale e incondizionato appoggio all’Amministrazione. Una fiducia, quella accordata dal Pd all’operato dei nostri amministratori, impossibile da scalfire anche quando ciò che deve essere approvato ha dell’incredibile. La vicenda, nella fattispecie, potrebbe apparire di poco conto ai più, ma è il modus operandi che dovrebbe sollevare almeno qualche perplessità. Giovedì 27 luglio tra i temi all’ordine del giorno nel civico consesso vi era la discussione di un debito fuori bilancio derivante da una sentenza esecutiva della Corte d’appello di Bologna.

“L’oggetto della causa – spiega Antonio Castelli, dirigente del settore Finanze, Bilancio e Controllo di gestione del Comune di Carpi – era la richiesta da parte di un privato di definire inesistente una servitù di pubblico passaggio in favore del Comune su Stradello Morto, accolta in primo grado nel 2019 e poi confermata in secondo. Il giudice ha inoltre stabilito che il Comune debba sostenere le spese legali della controparte, liquidati in 10mila euro circa. In caso di condanna a pagare è obbligatorio procedere col debito fuori bilancio indipendentemente dal fatto che il Comune disponga o meno della somma per ottemperare a quanto previsto attingendo dal Fondo contenzioso per il quale è stanziato 1 milione di euro per ricavare la somma”. 

A rompere le uova nel paniere ci ha pensato la consigliera 5 Stelle Monica Medici che nel prendere la parola ha puntualizzato come nel documento del revisore dei conti spedito ai consiglieri mancasse un passaggio sui costi e vi fosse uno spazio bianco: “il parere è incompleto. Non sapete cosa c’è scritto perchè ci sono delle righe bianche e quindi voi state per votare delle righe bianche. Non si possono fare questi errori. Come mai nessuno se n’è accorto?”. Alla svista ha proseguito la Medici vi è poi un altro punto da chiarire: “questa causa non è costata solo 10mila. A quanto ammonta l’onorario dell’avvocato che ha difeso l’ente, il quale ha avuto la bella idea di andare in Corte d’appello pur sapendo che erano scaduti i termini, ovvero i 30 giorni? Io la parcella col piffero che gliela pagherei. Ma chi è che dà questi benedetti carichi? Perché dovremmo pagare noi? E’ giusto che paghi chi fa l’errore assumendosene la responsabilità. Ma tanto voi votate qualsiasi cosa, mai una volta che diciate di no”.

Una critica dura che però non ha sortito alcuna reazione tra i banchi della Maggioranza, eccezion fatta per la flebile domanda avanzata da Mauro D’Orazi, “Non potevi dirlo in Commissione? Ci saremmo preparati”. Non sarebbe bastato leggere per fare i compiti? Dal canto suo l’assessore al Bilancio Mariella Lugli ha assicurato che, come già successo in precedenza, “tutto ciò che pensiamo non sia stato fatto nelle norme verrà tenuto in considerazione”. 

Al momento del voto nessuna sorpresa: il Pd approva monolitico nonostante il ragionevole dubbio suscitato da una Medici in gran spolvero mentre le Opposizioni esprimono in modo altrettanto compatto la propria contrarietà. Un gioco delle parti da cui pare impossibile uscire. Mai una volta che spunti una “pecorella nera”?

Jessica Bianchi