“I Pitbull sono come ballerine racchiuse in un corpo da body builder”

Ci sono cani probabilmente condannati a non uscire mai dai Canili. Animali perlopiù vittime di abbandono o dalle storie terribili alle spalle, fatte di soprusi e violenza. Una vera e propria moltitudine di Pitbull e molossi viene “parcheggiata” nei Canili perché i proprietari, allettati dalla loro potenza e dallo status symbol che rappresentano, li hanno acquistati senza conoscerne le attitudini e i bisogni, per poi ritrovarsi incapaci di gestirli. “Sono i cani che in assoluto soffrono maggiormente la permanenza all’interno del canile ma se guidati con dolcezza e fermezza dalla persona adatta a loro, possono tornare a nuova vita e donare un affetto incondizionato”, spiega la responsabile Raffaella Benedusi.

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Ci sono cani condannati a non uscire mai dai Canili. Animali perlopiù vittime di abbandono o dalle storie terribili alle spalle, fatte di soprusi e violenza. 

Basta varcare la soglia di un Canile, compreso quello di via Bertuzza a San Marino, per incontrare i loro sguardi sperduti dietro le sbarre dei box. Sono tanti, sempre di più. Una vera e propria moltitudine di Pitbull e, più in generale di molossi, viene “parcheggiata” in queste strutture perché i proprietari, allettati dalla loro potenza fisica e dallo status symbol che rappresentano, li hanno acquistati senza conoscerne le attitudini e i bisogni, per poi ritrovarsi del tutto incapaci di gestirli.

“Estremamente sensibili e delicati ma fisicamente potentissimi – spiega la responsabile del Canile di Carpi, Raffaella Benedusi – i Pitbull sono come ballerine racchiuse in un corpo da body builder e la loro maggiore condanna è proprio nel fatto di essere spesso incompresi. Sono i cani che in assoluto soffrono maggiormente la permanenza all’interno del canile: spesso manifestano comportamenti ossessivo – compulsivi e faticano enormemente ad adattarsi lontani dai legami che avevano creato con i loro proprietari”. Per questi bellissimi animali le strutture pubbliche che li ospitano diventano delle condanne e volontari e operatori tentano in tutti i modi possibili di alleviare il loro dolore adottando “accorgimenti e attenzioni particolari anche grazie al prezioso supporto degli istruttori cinofili”. L’obiettivo? Far ritrovare a questi cani un poco di benessere. Tra i numerosi ospiti del Canile che stanno seguendo uno specifico percorso riabilitativo vi sono anche Tay, David e Buddy: “erano talmente sofferenti – prosegue Benedusi – da non poter più essere nemmeno portati in passeggiata fuori dalla struttura. Grazie al paziente impegno di alcuni volontari che si sono presi particolarmente a cuore la loro situazione e all’attento lavoro di squadra degli istruttori insieme allo staff del Canile ora i tre cagnoloni hanno ricominciato a uscire, a riprendere gradualmente contatto con se stessi e a recuperare un poco di socialità”. 

Gli ospiti sono numerosi e le mansioni quotidiane da svolgere sono tante ma nonostante questo nessun cane, a partire dai più problematici, viene trascurato o abbandonato a se stesso. “Vengono impostati specifici percorsi di recupero comportamentale tesi a comprendere a fondo l’animale, i suoi disagi, il suo vissuto… dopodiché lo si coinvolge in attività, sia dentro che fuori dal box, che vanno dal gioco all’attivazione mentale, alle passeggiate educative, sempre nel rispetto di una corretta comunicazione e della sicurezza. Nella realizzazione di tali obiettivi è di fondamentale importanza il coinvolgimento costante di volontari che stiamo formando su questi specifici temi” aggiunge Raffaella Benedusi, ai quali viene via via affidato il compito di portare avanti, giorno dopo giorno, il lavoro impostato dagli istruttori cinofili e consolidare così i risultati raggiunti. I molossi se guidati con dolcezza e fermezza dalla persona adatta a loro, possono tornare a nuova vita e rifiorire nonostante eventuali trascorsi di abbandono o maltrattamenti.  La responsabile del Canile è lapidaria: “questi cani non sono per tutti. Se desiderate accoglierli nella vostra vita dovete essere consapevoli dei loro bisogni: ciò di cui necessitano sono la tranquillità e la guida sicura di qualcuno che sappia comprenderne le debolezze e la fragilità. I Pitbull sono cani generosi con chi sa capirli e non vi risparmieranno un affetto incondizionato. Chi trova un Pitbull, anche nel nostro canile, trova di fatto un amico insostituibile”.

Nessun cane è inavvicinabile se trattato nel modo corretto: agli occhi di Tay, ad esempio, Nicholas, un volontario, è un vero e proprio eroe che gli sta regalando pezzetti di vita in più.  “Questi cani hanno bisogno di un referente, di un essere umano con cui stringere un legame profondo e acquisire così fiducia. Attraverso i programmi di formazione che abbiamo messo in campo vogliamo far sì che i volontari diventino dei tramite tra questi animali e i loro futuri adottanti affinché anche per Pitbull e molossi si possano riaprire le porte dal Canile”, conclude Raffaella Benedusi.  Grazie a tutti i volontari per il gravoso quanto prezioso lavoro che svolgono quotidianamente per rendere la permanenza in Canile di tanti pelosi, grandi e piccini, meno penosa. E, soprattutto grazie, per fare di tutto affinché ogni ospite abbia la possibilità di trovare la famiglia giusta che lo ami e lo adotti.

Jessica Bianchi