“Non esistono cani cattivi, ma potenzialmente pericolosi se mal gestiti”

Il destino del cane, anche qualora fosse protagonista di aggressioni molto gravi, non è segnato inevitabilmente dalla soppressione: esiste una specifica procedura che il Servizio Veterinario dell’Ausl applica a seguito di morsicatura da parte di animali, anche nel caso in cui risulti fatale per l’uomo.

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Il destino del cane,  anche qualora fosse protagonista di aggressioni molto gravi, non è segnato inevitabilmente dalla soppressione: esiste una specifica procedura che il Servizio Veterinario dell’Ausl applica a seguito di morsicatura da parte di animali, anche nel caso in cui risulti fatale per l’uomo.

“Una volta – spiega il dottor Aldo Imperiale, veterinario dell’Ausl di Modena – l’abbattimento era previsto anche a prescindere dalla pericolosità e venivano abbattuti anche i cani vaganti, quelli recuperati dai Comuni e ospitati nei canili. A onor del vero, diversi comuni avevano già interrotto questa pratica quando entrò in vigore formalmente il divieto nel 1991, con la legge 281. Da allora, questa pratica non è più consentita per i cani vaganti e la soppressione dell’animale è prevista, ma solo in caso di malattia incurabile dell’animale o di comprovata pericolosità che va verificata attraverso un percorso”.

Che succede quando il cane è preso in carico dall’Ausl?

“Ci sono diversi passaggi a partire dalla segnalazione dell’episodio della morsicatura da parte del Pronto Soccorso: il primo è l’intervento dei veterinari dell’Ausl che fanno una prima valutazione della situazione  per verificare se ci si trovi di fronte a un caso di aggressività non controllata. In questa fase possiamo già dare prescrizioni in via cautelare, dall’obbligo dell’uso della museruola quando il cane viene portato fuori all’attenzione da tenere quando il cane è in presenza di estranei e di bambini, ma di fronte a una situazione particolarmente grave si dispone la valutazione da parte di un veterinario specializzato in comportamento, che può indicare la necessità di un percorso educativo, che agirà su due livelli: sul  cane e sul proprietario, considerando l’intero contesto. Non esistono cani cattivi, ma cani potenzialmente pericolosi se mal gestiti”.

In cosa consiste questo percorso?

“Il veterinario comportamentalista valuta la sintomatologia comportamentale dell’animale cercando di capire perché ha aggredito, in particolare se ha dato segnali di preavviso,  ma la valutazione si estende alla gestione da parte del proprietario, perché spesso la pericolosità del cane discende da una gestione non corretta o da ignoranza anche in buona fede da parte del proprietario

Quali scenari si configurano per il futuro del cane?

“Se il cane è considerato recuperabile il veterinario specializzato in comportamento potrà stabilire un percorso di educazione, e la corretta esecuzione di tale percorso dovrà poi essere riferita a noi colleghi dell’Ausl.  In caso contrario, se il cane viene giudicato non recuperabile, il destino è che venga ricoverato in canile,  dopodiché si può attivare un percorso che porta all’eutanasia. In Provincia di Modena non è mai stata applicata questa possibilità ma se si dovesse arrivare alla soppressione dell’animale, la norma prevede che venga convocata una commissione di esperti con rappresentanti del Comune, del Servizio Veterinario Ausl e anche di un medico veterinario indicato dalle associazioni animaliste. Questa è però l’extrema ratio: dal 1991 ad oggi a Modena non mi risulta si sia mai arrivati all’eutanasia applicando questa prassi”.

Sara Gelli

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