Casa della Comunità, il polo socio sanitario prende forma

Queste le attività che troveranno spazio nella nuova struttura: Medicina di gruppo, Consultorio Familiare con lo Spazio Giovani, Centro Adolescenza, Continuità Assistenziale (i medici che garantiranno le visite nelle fasce orarie non coperte dalla medicina generale), COT - Centrale Operativa Territoriale, Sportello Sociale - Porta d’Accesso ai Servizi Sociali e Punto di Infermieristica di famiglia e di Comunità.

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Sessantasei, tanti sono stati gli operatori e i volontari  di associazioni presenti alla prima serata, di restituzione, martedì 7 marzo, del percorso partecipativo per la “costruzione” della Casa della Comunità. Il progetto, presentato lo scorso 14 novembre, e voluto dall’Unione delle Terre d’Argine, dall’Azienda Usl di Modena e dalle associazioni del Terzo Settore, prevede la creazione di un unico polo, in viale Peruzzi, per dare risposte non solo ai crescenti bisogni socio-sanitari, ma anche per accorpare funzioni di orientamento e accoglienza, di educazione alla salute e di prevenzione, oltre che di promozione di sani stili di vita. Il lavoro svolto in questi primi mesi, e che ha visto coinvolte oltre 90 persone,  si è concentrato su alcuni temi: Informazione e comunicazione; Giovani e Benessere; i nodi della rete (ovvero le modalità con cui si pensa di dover lavorare in termini di servizi alla Comunità). Per dare forma a questi percorsi integrati, è partita la formazione congiunta dei  diversi professionisti che andranno ad operare in questa nuova Casa e dei volontari.

È stata, inoltre, presentato  il progetto delle attività che troveranno spazio nella nuova struttura: Medicina di gruppo, Consultorio Familiare con lo Spazio Giovani, Centro Adolescenza, Continuità Assistenziale (i medici che garantiranno le visite nelle fasce orarie non coperte dalla medicina generale), COT – Centrale Operativa Territoriale, Sportello Sociale – Porta d’Accesso ai Servizi Sociali e Punto di Infermieristica di famiglia e di Comunità.

Il recente incontro, organizzato presso l’Auditorium della Biblioteca Loria, ha sottolineato il fondamentale cambio di paradigma messo in atto, sin dalla nascita, da questo Progetto: il paziente diviene parte attiva all’interno dei servizi presenti nella Casa della Comunità. 

“È stato un percorso partecipativo molto produttivo – afferma Tamara Calzolari, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Carpi-; sono emerse diverse proposte  per migliorare  la promozione di questo nuovo modello, l’accoglienza e la presa in carico dei cittadini. La Casa della Comunità deve essere un luogo in cui i cittadini devono trovare risposte e sentirsi protagonisti di nuovi modelli assistenziali sempre più attenti alle loro esigenze. Molti hanno chiesto di continuare questa esperienza, quindi abbiamo deciso di programmare ulteriori incontri da aprile. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno investito il loro tempo e le loro energie per  dare il proprio contributo”.

La Casa della Comunità come  luogo in cui il cittadino trova risposte a bisogni occasionali o complessi, come quelli che riguardano la cronicità, la non auto-sufficienza e le cure palliative, ma anche un luogo dove si promuove la salute, si fa prevenzione e si educa a sani stili di vita e comportamenti corretti. 

“E’ stato un percorso interessante con una partecipazione viva e attiva del Terzo settore, espressione di una comunità che ha a cuore il bene comune – sottolinea Stefania Ascari, Direttrice del Distretto sanitario di Carpi -. Attraverso i vari punti di vista che sono stati portati all’attenzione sono emerse proposte e idee molto positive. Ringrazio a nome dell’Azienda Usl di Modena tutte le persone che hanno contribuito a sviluppare questo progetto, un esercizio di condivisione e partecipazione che non potrà che aiutare la sanità e il sociale a fornire risposte sempre più mirate ai bisogni dei cittadini. C’è ancora spazio e modo per portare spunti e riflessioni, per costruire insieme la Casa della Comunità e poterla presto abitare insieme”.

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