La Guardia di Finanza indaga la Silk-Faw per tentata truffa aggravata

La Guardia di finanza di Reggio Emilia indaga per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato la Silk-Faw, joint venture sino-americana delle hypercar elettriche di lusso sportive. Gli inquirenti stanno inoltre scandagliando i conti dell'azienda e il giro di finanziamenti con altre società afferenti per accertare se possa sussistere anche un'ipotesi di riciclaggio.

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La Guardia di finanza di Reggio Emilia indaga per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato la Silk-Faw, joint venture sino-americana delle hypercar elettriche di lusso sportive. Durante il blitz delle Fiamme Gialle negli uffici di Invitalia a Roma sono state sequestrate le pratiche con le quali Silk-Faw aveva inoltrato una domanda per ottenere 38 milioni di aiuti tramite accesso ai fondi del Pnrr, promettendo 380 milioni di investimenti. Al momento l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia, Piera Cristina Giannusa – scattata da un esposto presentato nel luglio scorso dal deputato reggiano Gianluca Vinci di Fratelli d’Italia – è senza indagati. Gli inquirenti stanno poi scandagliando i conti dell’azienda e il giro di finanziamenti con altre società afferenti (soprattutto alcune operazioni depositate e transitate dalle Isole Cayman) per accertare se possa sussistere anche un’ipotesi di riciclaggio. Proprio nei giorni scorsi, la Regione Emilia-Romagna aveva stracciato l’accordo con Silk-Faw per l’insediamento del mega polo produttivo promesso a Gavassa di Reggio Emilia e ha revocato i 4,5 milioni di euro di finanziamento pubblico che aveva assegnato tramite bando.

La società infatti, nonostante le roboanti promesse di un anno e mezzo fa (“investimento complessivo da un miliardo di euro e 5.000 dipendenti da assumere”) non ha neppure mai acquistato il terreno opzionato per il progetto. Tant’è che nella determina dirigenziale la Regione puntualizza che “come risulta dalla contabilità regionale, non sono stati disposti pagamenti a favore della società e pertanto si prende atto “che non si debbano avviare le procedure di recupero di importi erogati e non spettanti”. Le risorse disimpegnate tornano così a essere nelle piena disponibilità del bilancio della Regione. Silk Faw potrà comunque – se lo vorrà – ricorrere nei termini di legge al giudice ordinario. Anche se questo atto mette praticamente la parola fine al progetto.