Il prezzo del gas è sceso sotto la soglia dei 100 euro e dunque le bollette, seppure ancora salatissime, smetteranno di aumentare, anzi si prevede una riduzione nei prossimi mesi.
“Le bollette – precisa il fondatore di Nomisma Energia, nonché professore di Unibo, Davide Tabarelli – sono comunque violente in termine di aumenti perché purtroppo il nostro sistema energetico europeo è stato investito da una crisi causata dalla guerra le cui conseguenze si riverberano appunto anche sulle nostre tasche. Siamo di fronte a una crisi tanto profonda quanto instabile: instabile è stato il rialzo e ora lo è la variazione al ribasso. Certo se restano queste condizioni possiamo aspettarci bollette più basse”.
La Commissione europea propone di introdurre un price cap dinamico e temporaneo al gas “per evitare un’eccessiva volatilità dei prezzi e prevenire picchi estremi sul mercato dei derivati energetici”.
Una misura sufficiente per evitare nuove fiammate in futuro?
“È un tentativo di cui parliamo da quasi un anno – prosegue Tabarelli – molto difficile da realizzare. Abbiamo bisogno di far diminuire la domanda e di fare al contempo più offerta. Per sostituire il 40% di gas che ci dava la Russia serve tempo: occorre realizzare più rigassificatori, più tubi, più produzione nazionale. Dobbiamo mettere ordine nelle faccende europee e in quelle italiane, riconoscendo l’importanza dell’energia per il nostro sviluppo. Il gas può essere anche nazionale”.
Il tempo però è un fattore cruciale poiché, come ribadisce il fondatore di Nomisma Energia, “per fare i tubi che ci portano il gas dalla Russia abbiamo impiegato 50 anni. A Minervio, nel bolognese, insiste un grande sito di stoccaggio collegato, 2.200 chilometri dopo, al più grande giacimento di gas dell’Africa, in Algeria: per fare quella struttura ci sono voluti anni. L’opera venne concepita da Mattei ed è partita nel 1983. Servono tempo e finanziamenti elementi niente affatto scontati”.
Optare per il gas statunitense è la cosa più semplice?
“Ci sono 100 navi piene di gas liquido davanti Europa che non sanno dove scaricare per la scarsità di rigassificatori. In Italia la realizzazione di tali strutture è sempre stata osteggiata. Gli aumenti del gas che dobbiamo sostenere ora sono figli anche di quelle scelte”.
E intanto un’ordinanza del sindaco Alberto Bellelli posticipa l’accensione degli impianti di riscaldamento al 7 novembre.