Nuova ondata Covid, non chiamatelo raffreddore

Considerare la variante Omicron 5, clinicamente meno aggressiva rispetto alle precedenti ma molto più contagiosa, come un semplice raffreddore sarebbe uno sbaglio poiché le persone più fragili possono comunque incorrere in forme severe della patologia e, qualora i numeri dovessero crescere troppo, potrebbe essere nuovamente compromessa la tenuta dei servizi essenziali.

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dottor Davide Ferrari, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell'Azienda Usl di Modena

“Siamo di fronte a un’impennata di nuovi casi Covid e non dobbiamo in alcun modo abbassare la guardia”. A parlare è il dottor Davide Ferrari, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda Usl di Modena, il quale non nasconde una punta di preoccupazione per l’ondata che sta investendo anche il modenese: “il tasso di incidenza settimanale è di 783 nuovi positivi ogni 100mila abitanti, a inizio giugno eravamo sotto a quota 200, e non siamo ancora arrivati al picco atteso secondo alcune stime nella seconda metà del mese di luglio”. La curva epidemica è destinata a salire ancora e anche se la stragrande maggioranza dei nuovi contagiati è asintomatica o con sintomi lievi, l’attenzione deve restare alta. Esiste infatti un pericolo di tipo individuale e uno di carattere collettivo. Considerare la variante Omicron 5, clinicamente meno aggressiva rispetto alle precedenti ma molto più contagiosa, come un semplice raffreddore sarebbe uno sbaglio poiché, prosegue il dottor Ferrari, “le persone più fragili possono comunque incorrere in forme severe della patologia e, qualora i numeri dovessero crescere troppo, potrebbe essere nuovamente compromessa la tenuta dei servizi essenziali”.

Già oggi i numeri sono in realtà fortemente sottostimati: tante positività non emergono dal momento che larga parte dei soggetti essendo asintomatica non si sottopone a tampone e, non nascondiamocelo, vi sono poi numerose persone che dopo un esito positivo ottenuto tramite auto testing non lo segnalano. Un malcostume che, spiega il dottor Ferrari, “non solo falsa i numeri dell’andamento epidemiologico ma non consente nemmeno di mettere in atto le misure di isolamento necessarie per contrastare la diffusione del virus”. 

E sono tanti a ricorrere al test rapido casalingo anche perchè le farmacie che eseguono tamponi sono in affanno in considerazione del fatto che al momento nel nostro territorio sono operativi solo due Drive Through (Modena e Pavullo): “una scelta compiuta quando il numero dei casi non era ancora così importante e anche per garantire ai dipendenti un doveroso periodo di ferie. La direzione sta valutando anche in relazione all’andamento della curva se procedere con la riattivazione di ulteriori postazioni”, assicura il dottor Ferrari.

Al momento in provincia di Modena sono 144 i ricoverati positivi (di cui 5 in regime di semi intensiva e 3 in terapia intensiva) e all’interno dei nosocomi sono state ricostituite delle aree specifiche per consentire il corretto isolamento. “Il numero di ospedalizzati è maggiore rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 2021 d’altronde anche il numero di nuovi casi è proporzionalmente più alto. La percentuale di ricoveri rispetto ai positivi è più bassa rispetto agli anni scorsi ma il numero assoluto è maggiore perché il virus circola di più” aggiunge il direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda Usl di Modena.

Insomma a fronte di questa nuova ondata l’invito è chiaro: servono prudenza e attenzione. 

“La situazione è paradossale – conclude il dottor Ferrari – siamo di fronte a una nuova ondata e gli obblighi legati alla prevenzione dal contagio sono ormai ridotti al minimo. Quando ci sono assembramenti, anche all’aperto, è necessario proteggersi indossando la mascherina così come nel caso in cui si trascorra molto tempo al chiuso insieme ad altre persone, come nei luoghi di lavoro. Manteniamo alta l’attenzione perchè il virus circola moltissimo”.

Jessica Bianchi