Primo soccorso a misura di piccoli alla Scuola Figlie della Provvidenza

La Scuola Figlie della Provvidenza di Carpi ha aderito a 118 sQuola, il progetto sull'educazione alla chiamata di soccorso e sulla conoscenza del Sistema di Soccorso Territoriale, dei mezzi di soccorso (ambulanza) e del corpo umano organizzato dall'azienda USL di Modena, rivolto agli alunni delle scuole d'infanzia e delle scuole primarie della provincia di Modena.

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2007

E’ pensato anche per i più piccoli il progetto 118 sQuola a cui ha aderito la Scuola Figlie della Provvidenza di Carpi prima con le classi seconde della scuola primaria e, successivamente, con i bambini dell’ultimo anno della scuola d’infanzia.

Il 13 giugno i bambini e le bambine della sezione 5 anni, guidati dalle loro maestre Cristina Montanari e Chiara Brancolini, hanno ricevuto la visita di alcuni operatori del 118 che hanno spiegato loro, in modo molto semplice, cosa devono fare in una situazione di potenziale pericolo, ad esempio se si trovano a casa con un genitore o con un parente anziano che non si sente bene.

Gli obiettivi più importanti del progetto sono: promuovere il riconoscimento da parte dei bambini in età prescolare delle situazioni di pericolo sanitario e della chiamata al sistema di emergenza (118), spiegare come comporre il numero 1-1-8, perché è così importante chiamare questo numero e perché è importante fornire il proprio indirizzo di casa agli operatori che rispondono alla telefonata, sfatare i “falsi miti” e le paure legate all’ambulanza, facendo conoscere i materiali e alcune procedure che eseguono gli operatori, approcciare il corpo umano spiegando le prime basi di anatomia in pochi e semplici parole.

“I bambini sono rimasti entusiasti dell’iniziativa. Si sono sentiti grandi – spiega la maestra Cristina Montanari – e responsabilizzati. All’inizio dell’incontro gli operatori hanno proiettato delle slides per spiegare in modo molto immediato chi sono loro, cos’è il numero d’emergenza sanitaria 118 e come funziona, sottolineando l’importanza di usarlo solo in caso di reale emergenza e non per gioco. I bambini hanno imparato a casa con i genitori il loro indirizzo e il numero civico, e gli operatori hanno detto loro quali sono le domande a cui devono rispondere durante la telefonata. In seguito hanno mostrato ai bimbi il contenuto dei loro zaini spiegando a cosa serve ciascuno strumento. C’è stata anche una dimostrazione pratica della posizione laterale di soccorso dando loro indicazioni su quando c’è bisogno di ricorrervi e perché. Infine, i bambini hanno potuto vedere com’è fatta dentro un’ambulanza trovando risposta ai loro dubbi e alle loro curiosità. Ai genitori abbiamo chiesto di insegnare ai bambini anche come sbloccare il telefono e digitare il numero 118 sulla tastiera. E’ stata un’esperienza molto significativa che ha appassionato i bambini e che sicuramente rifaremo. La mia collega Chiara Brancolini l’aveva già vissuta con la precedente sezione dei 5 anni”. 

Chiara Sorrentino

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