Tra vecchie e nuove povertà, la casa resta il nervo scoperto

Lavoro, casa e fragilità giovanile sono queste le tre grandi sfide a cui Caritas vuole tentare di dare una risposta sempre più strutturata. Temi complessi che “vanno oltre le esigenze immediate di cibo, vestiario e medicinali, che pure ci interpellano, e chiedono di essere affrontati attraverso una progettualità condivisa e a più livelli” ha sottolineato Suor Maria Bottura, direttrice della Caritas diocesana, nel presentare l’osservatorio delle povertà 2021.

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il presidente della Fondazione Caritas Focherini, Stefano Battaglia

Lavoro, casa e fragilità giovanile sono queste le tre grandi sfide a cui Caritas vuole tentare di dare una risposta sempre più strutturata. Temi complessi che “vanno oltre le esigenze immediate di cibo, vestiario e medicinali, che pure ci interpellano, e chiedono di essere affrontati attraverso una progettualità condivisa e a più livelli” ha sottolineato Suor Maria Bottura, direttrice della Caritas diocesana, nel presentare l’osservatorio delle povertà 2021. “Per questo il nostro impegno è volto in particolare a conoscere e sostenere le varie Caritas Parrocchiali capaci dapprima di intercettare i bisogni delle persone e poi di attivare strategie di fronteggiamento e accompagnamento attraverso un approccio solidale che mette al centro la relazione”. Il numero delle persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto di Porta Aperta di Carpi e Mirandola, aggiunge Loretta Tromba, “è in leggera flessione ma tendenzialmente stabile. Seguiamo famiglie da anni a dimostrazione della cronicizzazione del loro stato di bisogno. E se a Mirandola l’utenza italiana rappresenta ormai il 50% degli accessi, a Carpi è stabile al 40%”. Al Centro di Ascolto carpigiano, nel 2021 si sono rivolte 461 famiglie (solo 79 quelle arrivate per la prima volta). 421 i nuclei assistiti col programma alimentare, di cui il 41% italiani; consegnati 5.645 pacchi viveri, circa 400 in più rispetto all’anno precedente. “Un anno il 2021 – commenta Alessandro Gibertoni – all’insegna della generosità creativa che si è chiuso con un aumento delle risposte sia in termini di beni materiali che economici grazie anche alla sensibilità dimostrata da tante realtà del territorio. Privati e non solo che si sono mobilitati e che, probabilmente spinti dall’emergenza creata dalla pandemia, ci sono stati particolarmente vicini offrendo buoni di ogni tipo, compresi quelli per la pizza. Gesti che dimostrano come si possa dimostrare la propria vicinanza alle persone con fantasia”.

Suor Maria Bottura e Alessandra Mioni

Notizie confortanti arrivano anche sul versante casa: “oltre ai tre appartamenti già a nostra disposizione da destinare a nuclei in difficoltà ora la nostra associazione – conclude Gibertoni – può contare su altri due alloggi messici a disposizione da un privato e questo ci ha consentito di rimediare a due sfratti, uno per morosità incolpevole e uno per finita locazione. Un esempio che speriamo venga seguito da altri nostri generosi concittadini”. Anche perchè, sottolinea il presidente della Fondazione Caritas Focherini, Stefano Battaglia, “il mercato degli affitti a Carpi è pressoché immobile anche per chi può offrire solide garanzie”. Per quanto riguarda il focus sull’indebitamento le famiglie prese a campione d’indagine sono state 321 sulle 461. I nuclei sui quali grava un mutuo sono 15 (il 5% del totale campionato) e di queste 4 risultano morose e 2 hanno la casa pignorata. I nuclei che vivono in affitto sono 207, di questi 66 risultano morosi, ovvero circa il 32%. Dei 66 morosi 4 sono in sfratto nel 2021 (situazione falsata dal blocco sfratti decretato due anni fa per l’emergenza Covid e durato fino a dicembre 2021). Migliora il dato sulla situazione debitoria relativa alle utenze domestiche mentre resta stabile quello inerente i debiti contratti con banche e finanziarie per prestiti di varia natura. “Da quando abbiamo iniziato a monitorare questi dati – spiega Valentina Pepe – abbiamo assistito a un progressivo miglioramento. Basti pensare che se oggi i morosi sono il 32% del totale, nel 2015 erano il 70%. Gli strumenti messi in campo dal Governo e dalla Regione, pensiamo al Reddito di Cittadinanza e al Bando Affitti, stanno in parte dando i loro frutti”. Al momento Caritas e Centri di Ascolto sono in prima linea per cercare di dare quante più risposte possibili alle famiglie ucraine giunte sin qui per sfuggire alla guerra. Un’azione a tutto tondo a cui si aggiunge anche quella dell’Emporio Cinquepani, aperto nel giugno scorso e il cui obiettivo principale è quello di combattere l’emergenza alimentare garantendo la giusta dignità a tutti. “Dall’apertura – conclude Battaglia – abbiamo distribuito 450 schede prepagate: 373 a persone e famiglie bisognose segnalate da Servizi Sociali, Porta Aperta e Parrocchie e 77 destinate ai rifugiati ucraini”. Profughi che possono usufruire anche di buoni da spendere a Recuperandia, il grande magazzino di via Montecassino, dove la parola d’ordine è riuso e dove volontari, studenti e persone con fragilità convivono. “Recuperandia quest’anno festeggia il traguardo dei vent’anni di attività a dimostrazione di quanto sia amata”, sorride il responsabile Massimo Melegari.

Jessica Bianchi

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