Avorio insanguinato: maxi sequestro dei Carabinieri

Maxisequestro dei Carabinieri Forestali del Nucleo Carabinieri Cites al Mercanteinfiera di Parma: sequestrati 172 preziosi oggetti in avorio per un valore stimato che supera i 200.000 euro, 11 le persone denunciate. Il traffico illegale del cosiddetto “oro bianco” costituisce attualmente un “business” importante legato al fenomeno dei bracconieri che, senza scrupoli, uccidono ogni anno un numero considerevole di elefanti portando pericolosamente le specie alla soglia del rischio estinzione. Nonostante la messa al bando internazionale del commercio di avorio, il bracconaggio di elefanti e il traffico di avorio sono ancora un fenomeno rilevante.

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I militari del Nucleo Carabinieri Cites di Modena coadiuvati dai Nuclei Carabinieri Cites di Bologna e Forlì-Cesena, del Raggruppamento Carabinieri Cites di Roma, dal Nipaaf del Gruppo Carabinieri Forestale di Parma e di Modena in data 18 marzo, durante un’attività  finalizzata al contrasto del commercio illecito di oggetti in avorio, presso la manifestazione Mercanteinfiera, hanno sequestrato 172 oggetti, e denunciato 11 persone.

Il valore del materiale posto sotto sequestro supera i 200.000 euro: tra gli oggetti sequestrati uno scettro ecclesiastico intarsiato in vendita a 40.000 euro, marotte da giullare a 15.000 euro, un pettine in avorio lavorato a 4.000 euro, una zanna lavorata a 15.000 euro poi numerose sculture in avorio, crocifissi e oggetti di vario genere per valori dai 100 euro a oltre 6.000.

Dagli accertamenti è emerso che i pezzi d’antiquariato sequestrati, derivanti dalle zanne di elefante, sarebbero tutti privi della prescritta documentazione necessaria per la detenzione e la vendita, circostanza che, se provata, integrerebbe gli estremi di un reato per il quale è prevista la pena dell’arresto da 6 mesi a 2 anni con l’ammenda da 15.000 a 150.000 euro 

L’avorio, oltre ad essere elemento costitutivo di opere d’arte che possono arrivare a costare anche decine di migliaia di euro, è sottoposto alla tutela della CITES, la Convenzione di Washington che disciplina il commercio internazionale di specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione la cui messa in vendita senza la prescritta documentazione CITES configura un’ipotesi di reato.      

L’Unione Europea ha già norme severe sul commercio dell’avorio ed è impegnata a intraprendere ulteriori azioni contro il bracconaggio di elefanti ed il traffico di avorio a livello mondiale. 

Per garantire che il commercio di avorio nell’UE non contribuisca a queste minacce, nel dicembre 2021 l’UE ha ulteriormente inasprito le proprie norme sul commercio di avorio, prevedendo l’obbligo di certificato Cites per il commercio di tutti gli oggetti in avorio, anche per gli oggetti antecedenti il 1947 che potevano essere commercializzati con una semplice perizia o documentazione che ne attestasse la qualifica di oggetto antico pre-47. 

Il traffico illegale del cosiddetto “oro bianco” costituisce attualmente un “business” importante legato al fenomeno dei bracconieri che, senza scrupoli, uccidono ogni anno un numero considerevole di elefanti portando pericolosamente le specie alla soglia del rischio estinzione. Nonostante la messa al bando internazionale del commercio di avorio, il bracconaggio di elefanti e il traffico di avorio sono ancora un fenomeno rilevante.

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