Dopo vent’anni di abbandono, rivive Palazzo Bertolani

L’edificio in Corso Fanti 31 sarebbe rimasto nelle condizioni fatiscenti in cui era se Vannis e Marco Marchi non l’avessero acquistato per dargli nuova vita: il recupero di questo palazzo storico contribuirà a restituire decoro all’intero asse viario del centro di Carpi. GUARDA TUTTE LE FOTO

0
3266
La finestrella al livello del pavimento da cui osservare il passeggio sotto il portico è stata preservata durante i lavori di restauro

L’intervento di restauro e risanamento conservativo restituisce Palazzo Bertolani al suo antico splendore. Mancano alcuni mesi alla dismissione del cantiere e restano da fare i ritocchi ma la società FinVaMar, proprietaria dell’immobile, ha acconsentito alla richiesta di poter ammirare in anteprima il risultato di tre anni di lavori.

In stato di completo abbandono da più di vent’anni, l’edificio in Corso Fanti 31 sarebbe rimasto nelle condizioni fatiscenti in cui era se Vannis e Marco Marchi non l’avessero acquistato per dargli nuova vita: il recupero di questo palazzo storico contribuirà a restituire decoro all’intero asse viario del centro di Carpi.

L’edificio appartiene a quel primo insediamento che si sviluppò intorno al nucleo del Duomo in quartiere Borgonovo, come testimoniato dalla cartografia risalente al 1677 redatta da Luca Nasi, e ha subito diverse modifiche nel corso della sua vita. Denominato Palazzetto Bertolani, era di proprietà Gandolfi nel XVI-XVIII secolo e della famiglia Farina nel XVIII secolo. La facciata neoclassica è da attribuire probabilmente all’architetto Claudio Rossi (1814-1863), che interviene sull’edificio nella prima metà del XIX secolo.

Completamente inagibile dopo il terremoto del 2012, l’immobile ubicato in centro storico ha potuto beneficiare dei contributi regionali previsti dall’ Ordinanza Commissariale n. 32/2014 che dispone di destinare gli alloggi alla locazione con canone fissato dalla convenzione con il Comune di Carpi per i prossimi quindici anni. Scaduto il vincolo dell’affitto, la proprietà potrà disporre degli alloggi per l’eventuale vendita.

Grazie all’intervento di recupero, sono stati ricavati due negozi a piano terra e sette appartamenti di metrature diverse, anche superiori ai 100 metri quadri.

Oltrepassato il portone d’ingresso, attraverso una volta a botte decorata, si accede lungo la scala al piano padronale con il suo sfarzoso apparato decorativo restituito grazie a un minuzioso lavoro di restauro. Pareti e soffitti sono dipinti con elementi geometrici e pittorici diversi in ogni ambiente: un incanto. In una nicchia è stato recuperato l’altare voluto da un vescovo che qui aveva abitato per un periodo di tempo ed è rimasta anche la piccola finestrella all’altezza del pavimento dalla quale poter osservare chi passeggia sotto i portici. I soffitti lignei con le travi a vista caratterizzano i luminosi spazi dei piani superiori. L’area cortiliva interna, a cui si accede attraverso un sottopasso che corre sotto l’edificio, sarà destinata a parcheggio per le auto e sul fondo è presente un corpo distaccato dell’edificio dove è stata realizzata un’unità immobiliare singola con una porzione di verde sul retro. I palazzi del centro storico riservano sempre sorprese ma qui c’è da rimanere a bocca aperta dopo il restauro.

Sara Gelli