C’è grande attesa per l’uscita del nuovo libro del carpigiano Mauro “Dorry” D’Orazi. Il volume, intitolato A M Arcòord Chéerp – Ricordi, tradizioni, dialetto, modi di dire della nostra terra, è – come tradizione ormai esige – un inno d’amore alla carpigianità, alle nostre radici e, soprattutto a sua maestà il dialetto. Le 400 pagine del testo consentiranno al lettore di compiere un affascinante salto nel passato. Un viaggio a ritroso nel tempo disseminato di suggestivi – e in alcuni casi rari – scatti d’epoca, circa seicento, della nostra città. “Ho deciso di dedicare A M Arcòord Chéerp all’amico, purtroppo recentemente scomparso, Mario Brani con cui per anni ho intrattenuto fiere e simpatiche dispute sulla grafia del dialetto”, sorride l’autore.
Brani viene ricordato con un intenso ritratto e attraverso una evocativa intervista sui giochi di una volta dei ragazzini carpigiani. Grazie a una attenta e accurata attività ricerca durata ben sette anni, D’Orazi dedica poi un’ampia sezione a “tutte le misure” nel dialetto: di tempo, lunghezza, capacità… nonché di quelle del corpo umano. “Tutto quanto”, ride. Insomma, “un vero sconSubio di dati”. Ma A M Arcòord Chéerp è soprattutto una dichiarazione d’amore alla nostra terra e alle tante storie che qui si sono consumate.
D’Orazi dà loro voce, anche a quelle sussurrate all’orecchio come lo “scandalo di Migliarina”, chicca che l’autore ha ritrovato, “grazie a un amico discreto” sul sito della Biblioteca Persicetana. Eccone un assaggio, piccino, giusto per non rovinarvi il gusto della sorpresa o, come si dice oggi, per non fare spoiler.
L’8 novembre 1952 sulle due edizioni, milanese e romana, de L’Unità compare un articolo sulle rocambolesche avventure del prete di Migliarina, don Oves Diazzi, tra signorine discinte e un armadio rumoroso… Insomma, un episodio degno dei migliori film della commedia all’italiana.
Lo scontro fra il quotidiano e il parroco fu epico ma ovviamente la Divina provvidenza ci mise lo zampino… La storia si dimostrò poi completamente falsa.
E poi ci sono la storia de La Tazza d’Oro, l’epico bar di corso Alberto Pio ora chiuso e quella di Jean Jacques de Corbolèin, al cui nome è dedicata la bella via Corbolani… Delizioso anche il capitolo dedicato alla torta paradiso, alzi la mano chi sapeva che a Carpi ve ne era un’abbondante produzione…
Non manca poi un’aggiornata e divertente raccolta di filastrocche e poesiole rigorosamente in dialetto.
Il libro sarà presentato il 4 dicembre, alle 17,30, presso l’Auditorium della Biblioteca Loria in via Rodolfo Pio, dove a dialogare con Mauro D’Orazi saranno le due giornaliste Serena Arbizzi e Maria Silvia Cabri. Buon dialetto a tutti!
Jessica Bianchi