Oltre ai dazi al 15% con l’aumento immediato dei costi per i clienti americani, c’è la svalutazione del dollaro, che solo da inizio anno ha perso il 13,7% rispetto all’euro e rappresenta un’ulteriore tassa sui nostri prodotti. L’impatto doppio penalizza in modo grave il tessuto produttivo italiano: rende i prodotti meno competitivi rispetto a quelli provenienti da altri Paesi e rischia di colpire in particolare le piccole e medie imprese, che spesso non hanno la forza per reggere a shock commerciali prolungati.
E’ in questo modo che l’amministrazione americana interpretata da Trump intende riequilibrare le bilance commerciali rispetto agli anni del surplus commerciale della Germania che approfittando di un euro debole ha esportato molto di più di quanto non avrebbe fatto con il marco che si sarebbe fortemente rivalutato riposizionando la Germania. In pratica, la fluttuazione della moneta unica ha permesso alla Germania di beneficiare di una svalutazione competitiva, senza dover intervenire direttamente sulla propria valuta.
La moneta unica europea era stata introdotta in primo luogo con l’intento di ridurre il costo e il rischio delle transazioni tra i membri dell’Unione Europea. Non stupisce che il primo beneficiario dell’utilizzo dell’euro sia stata la Germania: grazie a una moneta poco apprezzata è stato il primo esportatore europeo per diversi anni mentre gli altri Paesi hanno dovuto contrastare l’euro forte sacrificando il valore del lavoro e della manodopera.
Per contrattare con gli Stati Uniti, l’Unione europea si è mossa in modo maldestro accettando di incontrare Trump sul suo campo da golf in Scozia senza contrappore alcun ragionamento quando poco prima la vice presidente della Commissione europea Kaja Kallas aveva utilizzato il pugno duro con la Cina senza considerare che dipendiamo completamente dai cinesi per quel che riguarda le nuove tecnologie.
Così ci stiamo uccidendo. Nei prossimi mesi vedremo i singoli Paesi europei che pure ne hanno sostenuto la rielezione, prendere le distanze dalla Von der Leyen cercando accordi separati. Questa Unione europea si sta scavando la fossa da sola: ormai è evidentissimo che è completamente scollegata dalle necessità della popolazione al punto da decidere di destinare 800 miliardi per il riarmo comprando le armi dagli Stati Uniti e da continuare a sfornare norme a livello ambientale come se avessimo il Pil al 5%. Invece siamo quasi in nello stesso contesto geopolitico sono in crescita. C’è qualcuno che si chieda perché?
Se ogni paese farà la sua strada senza preoccuparsi di aggiustare i meccanismi che non hanno funzionato, è la fine.
PAP 20



















