Smantellata a Carpi una rete di spaccio, “vorrei un panino” ma era una dose

La maggior parte degli appuntamenti finalizzati alla cessione della droga, avveniva presso l’abitazione di un tunisino 48enne, principale protagonista dell’attività illecita, posta al sesto piano di uno stabile servito da un ascensore attivabile con tessera magnetica riservata agli inquilini. Per non creare sospetti, i clienti avvisavano il pusher della propria presenza all’interno del montacarichi, in maniera tale da consentirgli la chiamata dell’ascensore al piano presso cui avveniva la consegna dello stupefacente, chiamato convenzionalmente tra interlocutori telefonici “panino”.

0
2022

I Carabinieri di Carpi hanno arrestato in flagranza di reato un 30enne di origini tunisine: con sé aveva 13 involucri contenenti cocaina dal peso complessivo di quasi 12 grammi. Da lì, sotto la direzione della Procura ha preso il via un’articolata attività di indagine che ha consentito di smantellare una rete di spaccio che vedeva coinvolti 7 uomini e 2 donne, tutti indagati in concorso per spaccio continuato di droga.

La Polizia Giudiziaria – grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, sviluppo e analisi dei tabulati di traffico telefonico, servizi di osservazione e pedinamento e acquisizione di contributi testimoniali – ha individuato gli indagati accertando, nel periodo di interesse, oltre mille cessioni di stupefacente, identificando 80 acquirenti e sequestrando, nel corso di vari interventi, circa 150 grammi di cocaina e 230 di hashish. La maggior parte degli appuntamenti finalizzati alla cessione della droga, avveniva invitando gli acquirenti presso l’abitazione di un tunisino 48enne, principale protagonista dell’attività illecita, posta al sesto piano di uno stabile servito da un ascensore attivabile con tessera magnetica riservata agli inquilini.

Per non creare sospetti, i clienti avvisavano il pusher della propria presenza all’interno del montacarichi, in maniera tale da consentire a questi la chiamata dell’ascensore al piano presso cui avveniva la consegna dello stupefacente, chiamato convenzionalmente – tra interlocutori telefonici – “panino”.

L’indagato principale si avvaleva dell’aiuto di alcuni fidati collaboratori che effettuavano le cessioni in varie zone di Carpi, quali parcheggi pubblici (tra cui quello dell’ospedale Ramazzini), aree verdi, spostandosi in bicicletta o a bordo di monopattini.

Disposta la custodia in carcere nei confronti di un indagato, degli arresti domiciliari nei confronti di un altro, dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di ulteriori due indagati e infine del divieto di dimora in Modena e provincia nei confronti di una indagata.

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp