Seggi elettorali fuori dalle scuole per garantire il diritto allo studio e la continuità di didattica e per alleviare i disagi delle famiglie degli alunni. La richiesta, che giunge da tempo e da più parti anche nella nostra città, è stata al centro di un’interrogazione presentata da Partito Democratico, Carpi a Colori e AVS- Alleanza Verdi e Sinistra e discussa nel corso del Consiglio Comunale del 30 gennaio.
“Buona parte delle sedi di seggio – ha sottolineato la consigliera Paola Borsari – è ospitata all’interno di sedi scolastiche, con conseguenti disagi per la necessaria chiusura delle scuole in occasione delle consultazioni elettorali, già dai giorni precedenti per le operazioni di allestimento e in quelli successivi per il disallestimento. Chiediamo all’Amministrazione se sia possibile individuare spazi alternativi e quali attività ha intenzione di porre in essere in futuro per ridurre le criticità connesse alle chiusure delle scuole in occasione delle tornate elettorali”.
Più facile a dirsi che a farsi, così si potrebbe sintetizzare la risposta in aula dell’assessore Mariella Lugli: “in linea astratta – ha spiegato – risulta possibile ma, tenendo conto degli stringenti vincoli previsti dalla normativa nazionale, l’individuazione di altri locali da adibire a seggi è un percorso assai complesso. Il nostro ente, a tal proposito, ha già ricevuto in passato pareri contrari dai competenti organi statali i quali hanno bocciato delle proposte di locali ritenuti non idonei, come sale civiche e centri parrocchiali”.
I 56.000 elettori del Comune di Carpi sono attualmente ripartiti in 74 seggi su 20 sedi di seggio differenti, “sedi già oggetto di variazioni e accorpamenti da parte della precedente amministrazione tra il 2022 e il 2023 quando il comune aveva attivato un gruppo di lavoro per vagliare possibili soluzioni tese a spostare definitivamente delle sedi di seggio. Sette quelle infine variate (3, 62, 12, 13, 15, 16 e 17)” ha aggiunto Lugli.
La buona parte delle sedi, 17 su 20, è ospitata all’interno delle scuole e questo comporta inevitabili disagi: “è nostra intenzione – prosegue l’assessore – avviare una revisione delle modalità e delle tempistiche di allestimento per ridurre al massimo le chiusure nella giornata del giovedì e del venerdì mattina precedenti l’elezione. Inoltre svolgeremo una nuova ricognizione per verificare possibili accorpamenti di sedi di seggio e individuare così luoghi differenti pur nella consapevolezza delle difficoltà che questo percorso comporta. Trovare sul territorio comunale edifici conformi ai requisiti dettati dalle norme e in grado di ospitare una pluralità di seggi differenti è difficile. L’occupazione delle scuole infatti non si riduce se ci si limita a spostare un solo seggio e voglio ricordare che in 16 sedi di seggio su 20 sono ospitate più sezioni. Per supplire ai plessi con un elevato numero di seggi al loro interno occorre pertanto individuare spazi alternativi che abbiano una grande quantità di aule fisicamente separate tra loro e che rispondano ai requisiti previsti dalla leggi: non è facile”. E nei comuni, pochini per la verità, che hanno individuato luoghi alternativi, come palestre comunali, strutture polivalenti e uffici municipali dismessi, chiarisce infine l’assessore Lugli, non si registra comunque “un abbandono completo degli istituti scolastici”.
Lo svolgimento delle lezioni dev’essere una priorità, ha chiosato Paola Borsari, “chiediamo quindi che questo percorso di ricerca di sedi alternative seppur complesso prosegua e che si cerchi di limitare al massimo i giorni di sospensione delle lezioni”.
Jessica Bianchi