Sta in una mano, ha i colori dell’arcobaleno e lo potete vedere in giro per Carpi, e non solo, accoccolato sul petto di una delle sue proprietarie. È Cocò, un dolcissimo pappagallino che da un anno e mezzo è diventato il compagno inseparabile di Domitilla Panzani, 11 anni, alunna di prima della Scuola media A. Pio con indirizzo musicale, di sua sorella Olimpia e della loro mamma Cinzia Caprara, architetto.
Come è entrato nella vostra vita Cocò?
“Cocò è entrato nelle nostre vite nel luglio del 2023. Inizialmente avevamo preso un altro pappagallino ma, una volta a casa, ci eravamo accorte che non mangiava ed era triste. Lo riportammo al negozio per farlo vedere e, appena arrivate lì, cominciò a chiamare con i suoi cigolii un’altra pappagallina, con la quale abbiamo capito che aveva già formato una coppia stabile. Così siamo tornate a casa e abbiamo atteso un nuovo uccellino, come ci era stato promesso dal titolare. E finalmente, dopo un paio di settimane, è arrivato Cocò”.
Che tipo di pappagallino è?
“È un inseparabile, un Agapornis, ovvero un uccellino originario del Madagascar, e forse proprio per questa caratteristica è molto freddoloso! Lo abbiamo tenuto al caldo anche d’estate. Lui è anche molto particolare fisicamente: ha una mutazione cromatica unica. Infatti, doveva rimanere bianco con la coda turchese, ma crescendo ha sviluppato le sfumature di tutti i colori dell’arcobaleno e sul capo ha una specie di corona arancione.
Abbiamo anche due canarini, Pesca e Kiwi, e Cocò spesso si diverte ad importunarli al di fuori della gabbia, cantando più forte di loro”.
Come ha cambiato la vostra vita?
D: “È un’esplosione di emozioni, perché è molto intelligente e fin da subito si è relazionato con noi e ci ha eletto sua famiglia. Si fa comprendere in ogni bisogno e ci restituisce tanto affetto e coccole. Ormai riesco a comprenderlo in base al cigolio che fa, forse perché studia sempre con me al pomeriggio”.
C: “Lo abbiamo integrato subito nella nostra quotidianità, al di fuori della gabbia, dove peraltro non è mai entrato! Se capita di spostarci, dobbiamo solo verificare che nelle strutture vengano accettati gli animali, altrimenti abbiamo constatato che lo possiamo portare quasi ovunque, e dappertutto riceve attenzioni e apprezzamenti”.
Quali sono le abitudini e gli aneddoti più teneri che vi legano a lui?
D: “La cosa più tenera è quando si avvicina porgendo il capo per farsi coccolare, e noi con il viso lo accarezziamo e sentiamo il calore delle sue piume: è davvero bellissimo! Cocò è molto socievole e curioso e con chi gli piace è anche molto affettuoso. Si è innamorato di una nostra amica e le fa le serenate ogni volta che la vede! Ultimamente ci ha fatto capire che voleva bere da un bicchiere come noi, perché continuava a planare sui nostri per provare a bere e non utilizzava più il suo abbeveratoio, perciò gli abbiamo messo a disposizione un bicchierino di vetro e lui ora usa solo quello”.
C: “A me capita spesso che lo confondano con una spilla, perché gli piace mettersi a riposare vicino al mio collo, poi quando si muove le persone intorno quasi si spaventano, perché è raro vedere così da vicino un pappagallino libero. A quel punto iniziano i complimenti, e lui sembra davvero rendersene conto e gongolare”.
Cosa vi sentite di consigliare a chi vorrebbe adottarne uno?
C: “Per Domitilla e Olimpia è importante avere un cucciolo di cui prendersi cura, perciò consigliamo di adottarne uno, ma se rimane solo suggerirei di non farlo vivere in gabbia, ma di provare, con pazienza e affetto, ad abituarlo ai tempi e agli spazi della famiglia.
Le emozioni che si provano avendo cura di un animale sono un grande dono, arricchiscono la nostra vita e, mettendoci alla prova, ci aiutano a crescere a qualsiasi età”.
Chiara Sorrentino