Carpi a 360 gradi, la parola al sindaco Riccardo Righi

Dalla sanità alla cultura, dalla rifunzionalizzazione degli spazi pubblici alla viabilità, passando per ambiente e varie ed eventuali. Il sindaco di Carpi, Riccardo Righi fa il punto sulla nostra città a sette mesi dal suo insediamento.

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Sindaco Righi, qual è il bilancio di questi primi mesi di lavoro?

“Sono stati mesi intensi perché l’avvio di un’amministrazione è un processo molto complesso. Subentri su una macchina già in corsa, devi comprenderne il funzionamento, tradurre gli obiettivi di mandato e fare i conti con la coda della programmazione già avviata dalla precedente Giunta… tutto questo in un momento storico caratterizzato da una forte contrazione dei fondi che lo Stato eroga agli enti pubblici a cui spetta il compito di trovare il giusto equilibro per continuare a garantire alti standard di qualità dei servizi offerti seppure con minori risorse. A sette mesi dal mio insediamento posso però definirmi abbastanza soddisfatto: il 2025 sarà un anno importante per portare a casa vari risultati – dal Carpi Campus al Caffè del Teatro, dal completamento delle isole ambientali a quello del desealing di via Roosevelt – e per pianificare al meglio gli obiettivi del quinquennio”.

Quello della sanità rappresenta un capitolo assai delicato. Le risorse a disposizione sono poche e la coperta diventa sempre più corta. Basti pensare che per cercare di porre rimedio alle maggiori criticità dell’Ospedale Ramazzini, dovute alla sua obsolescenza, l’Ausl di Modena ha dovuto richiedere un mutuo, in erogazione da parte di Cassa depositi e prestiti, del valore di 1 milione 230mila euro. Per non parlare poi della mancanza di organico e del rischio che, a fronte di condizioni di lavoro non ottimali, molti professionisti fuggano altrove… In quanto responsabile della salute dei cittadini come si sta muovendo per salvaguardare il Ramazzini?

“Nei mesi scorsi ho avuto numerosi incontri sia con la direzione aziendale dell’Ausl che con i primari e i professionisti che operano all’interno dell’ospedale perchè toccare con mano la situazione è fondamentale per conoscere i bisogni e le criticità, così come le eccellenze del nostro Ramazzini. Per quanto riguarda i lavori di manutenzione, i più urgenti sono già stati avviati: dal rifacimento di alcune coperture agli interventi di riparazione su impianti meccanici, elettrici e idraulici, dalle tinteggiature al ripristino di alcuni ascensori, nota dolente dell’ospedale. Anche sul fronte dell’assunzione di personale qualcosa si sta fortunatamente muovendo e proprio su questo terremo monitorata la situazione sollecitando la direzione. In attesa della realizzazione del nuovo ospedale l’attenzione sul vecchio resta altissima da parte nostra, pensando anche alla dotazione tecnica per mantenere all’avanguardia l’offerta medica (ad esempio l’acquisto di robot chirurgici). Infine ho già preso contatti con il nuovo direttore generale rimanendo d’accordo di trovarci subito dopo il suo subentro per fare il punto della situazione e definire le priorità”.

Il Ministero della Salute lo scorso novembre ha sottoscritto l’intesa con la Regione Emilia-Romagna per la realizzazione di 22 interventi in ambito sanitario. Al centro dell’agenda vi è anche la realizzazione del nuovo ospedale di Carpi – ma non solo – il cui quadro economico complessivo prevede 126 milioni di euro di investimenti, di cui 57 da fondi statali e regionali e 69 da fondi del privato, secondo la formula del partenariato pubblico privato, cui si aggiungeranno altri 14 milioni per gli arredi e le attrezzature biomediche e informatiche. Qual è il cronoprogramma?

“Dopo la sottoscrizione dell’accordo sono partite le procedure per l’esproprio e l’acquisizione dei terreni da parte dell’Ausl e del Comune (quelli su cui concretamente sorgerà il cantiere e quelli interessati da opere di urbanizzazione dell’amministrazione). Insieme agli assessori Di Loreto e Malvezzi sto seguendo personalmente questa fase per garantire la massima celerità. Seguirà un’ulteriore fase di progettazione  definitiva della struttura ospedaliera da parte dell’Ausl e quindi la gara di partenariato pubblico-privato che consentirà di individuare il partner privato che si occuperà della progettazione definitiva e dell’esecuzione di tutte le opere. L’iter è partito e i tempi sono stringenti”.

Al soggetto privato si chiede un investimento di 69 milioni di euro, pensa ci sarà qualcuno disposto ad assumersi tale rischio? Crede che tale operazione sia ritenuta appetibile?

“Credo che lo strumento del progetto di finanza sia il più appropriato per avere un ospedale nel più breve tempo possibile. Il soggetto privato che se ne farà carico rientrerà dall’investimento durante la fase di gestione, pertanto è nel suo interesse che venga realizzata una struttura efficiente e di qualità ottimizzando i tempi di cantiere. A livello europeo i project sugli ospedali sono quelli ritenuti più appetibili e riscuotono grande interesse. Sono sicuro ci saranno vari soggetti interessati”.

Un pronostico sulla posa della prima pietra?

“Non mi voglio sbilanciare ma una cosa è certa: dopo la sigla del Ministero non si torna più indietro, l’ospedale si farà”.

A Carpi manca un mezzo di soccorso avanzato con un medico a bordo, qualora ne serva uno devono muoversi le automediche provenienti da Modena o Novellara o l’elisoccorso. L’Amministrazione sta lavorando per riuscire a portare a casa un’automedica? 

“Credo che in uno scenario come quello attuale, dove il reclutamento dei medici di Emergenza – Urgenza è a dir poco arduo, la priorità sia quella di dare la massima stabilità al Pronto Soccorso e poi sarà necessario lavorare per ottenere anche un’automedica, mezzo che sarebbe assolutamente necessario per un bacino d’utenza come il nostro che va ben oltre i confini carpigiani. Il completamento dei lavori di ampliamento del pronto soccorso favorirà sicuramente una maggiore attrattività della struttura”.

Un mezzo su cui Carpi non può fare completo affidamento è l’autoscala dei Vigili del fuoco in perenne viaggio verso altri comandi. Nel luglio scorso aveva scritto al Ministero degli Interni, dal quale dipende l’assegnazione del mezzo, per comprendere quali fossero gli ostacoli che impediscono la presenza costante dell’autoscala sul nostro territorio. Ha ricevuto una risposta dal ministro Piantedosi? 

“Non ancora. La questione è ora al centro dell’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’interno dai deputati del Partito Democratico Stefano Vaccari e Andrea De Maria. Attendo una risposta ufficiale per poi capire come continuare a perorare la causa, consapevole della strategica importanza di avere un mezzo di questo genere sul territorio”.

Oltreferrovia, come procede la realizzazione del nuovo parco urbano?

“Siamo ormai prossimi all’ultimazione dei lavori, dalla fine di marzo infatti il nuovo parco dovrebbe essere fruibile dalla cittadinanza. Si è accelerato sul fronte delle semine e delle piantumazioni e ora dovranno essere completati dapprima il camminamento centrale e poi l’illuminazione pubblica, si aprirà poi una fase di arricchimento delle stanze da costruire insieme alla città pensando a orti, spazi ricreativi o per lo sport all’aria aperta”.

Novità sul fronte del superamento del passaggio a livello di via Roosevelt, tra i maggiori nervi scoperti della viabilità cittadina?

RFI – Rete ferroviaria italiana ci ha consegnato varie proposte progettuali. Progetti tecnicamente fattibili ma estremamente impattanti per quanto riguarda le ricadute che il lungo cantiere avrà sulla gestione del traffico e per il fatto che una volta terminata l’infrastruttura non tutte le attuali direzioni di marcia verranno preservate. Per tale motivo vorremmo attivare un percorso di condivisione con la città per valutare insieme la soluzione migliore da adottare. È una sfida che abbiamo accettato di affrontare e la città merita una risposta su questo nodo viario”.

In considerazione degli ottimi risultati sul fronte dell’incidentalità conseguiti a Bologna state valutando una Carpi interamente Zona 30?

“Carpi e Bologna sono due città completamente diverse ma certamente il nostro piano della mobilità sostenibile va nella direzione di ampliare sempre più le Zone 30. E’ la strada giusta per ridurre l’incidentalità e dare maggiore centralità a pedoni e ciclisti”.

Quest’anno ricorre il centenario del Parco delle Rimembranze avete intenzione di organizzarvi eventi? 

“I parchi in generale sono nel nostro radar poiché rappresentano una grande opportunità di riqualificazione dello spazio pubblico. Nel corso del quinquennio abbiamo intenzione di procedere con una manutenzione delle attrezzature ludiche e l’installazione di bagni, così come di incentivare la nascita di chioschi, presidi efficaci per garantire maggiore sicurezza e belle frequentazioni”.

Oltre ai grandi cantieri relativi alla nuova palestra del Piazzale delle Piscine e alla Bretella che unirà la rotonda di via Guastalla alla zona Autotrasportatori ve ne sono altri all’orizzonte?

“Non al momento, anche se voglio ricordare la riqualificazione della zona autotrasportatori e la realizzazione della nuova sede della Polizia Locale negli ex-locali della polisportiva Dorando Pietri, in via Nuova Ponente. La nostra città ha saputo attrarre tantissime risorse dal Pnrr e da altre fonti di finanziamento, più tutti i lavori che hanno coinvolto i privati in questi anni. Le opere pubbliche che hanno interessato e interessano ancora la nostra città avranno un impatto importante, migliorativo per la vita e la viabilità, che sono certo saranno apprezzate dalle cittadine e dai cittadini. Viste anche le risorse sempre più limitate penso che più che grandi opere sia ora necessario dedicare attenzione alle manutenzioni dell’esistente, come gli impianti sportivi, le strutture pubbliche, i nostri spazi pubblici e le nostre strade”.

I legittimi proprietari avrebbero dovuto farsi carico della messa in sicurezza della Cappelletta che insiste su via Nuova Ponente e del vecchio mulino di via Roosevelt. Novità da parte dei privati? A fronte dei mancati interventi come e quando interverrà l’Amministrazione?

“Due oggetti che abbiamo attenzionato da subito inviando nei mesi scorsi due ordini di messa in sicurezza ai proprietari. Nel caso di Nuova Ponente, più complesso per via del vincolo di Soprintendenza, non abbiamo ancora ricevuto risposta dalla proprietà. Nel caso del Mulino sono state eseguite delle opere di messa in sicurezza che però non hanno risposto a quanto da noi richiesto, portandoci a inviare un secondo ordine di lavori in scadenza. Nel caso la proprietà non dovesse dar corso al necessario intervento di messa in sicurezza siamo pronti a valutare un intervento d’ufficio, non escludendone la demolizione”.

Il centro storico continua a registrare una preoccupante emorragia di negozi, che fare per evitarne la desertificazione?

“Purtroppo il fenomeno è diffuso e non riguarda solo la nostra città ma così come assistiamo a varie chiusure stiamo registrando anche numerose nuove aperture ed è un segnale positivo. Il commercio al dettaglio oggi si scontra con il minore potere d’acquisto delle famiglie e con l’e-commerce che si è mangiato una grossa fetta di mercato. L’Amministrazione, dal canto suo, è al fianco delle associazioni dei commercianti, ha messo in atto varie progettualità e ha rafforzato l’interlocuzione con gli esercenti. Nel nostro piccolo stiamo facendo la nostra parte e ci siamo prefissati vari obiettivi a partire dal rafforzamento del turismo, capace di creare un indotto positivo anche sul commercio, entrando nel sistema turistico della provincia di Modena e di quella di Mantova. Importante anche qualificare l’offerta di iniziative e, con la creazione di Carpi Lab, operazione tutt’altro che scontata, l’asticella si è già alzata”.

La cultura può rappresentare un volano importante per l’economia. Palazzo Pio è uno straordinario contenitore ma necessita di un profondo ripensamento dal punto di vista del suo utilizzo. Vi sono progetti in merito?

“Certo, il Castello verrà ripensato. La festa di Capodanno a Palazzo è stato solo un assaggio. Vogliamo renderlo più aperto e flessibile. In generale vogliamo valorizzare al meglio gli istituti e gli spazi del centro, dalla riapertura del Caffè del Teatro a quella del Bar della Biblioteca. Una volta terminati i lavori nello stabile che ospitava la sede di Radio Bruno e il contestuale trasferimento dei Servizi Sociali sarà necessario anche ripensare a come rifunzionalizzare gli spazi che si libereranno a San Rocco. Inoltre i prossimi mesi saranno determinanti per l’ex mercato coperto su cui, vi assicuro, ci saranno interessanti novità”.

Diverse famiglie non hanno ancora trovato un posto al nido e sono in lista d’attesa, come vi state impegnando per dare loro una risposta?

“Tra gli obiettivi di mandato vogliamo continuare ad aumentare i posti nido convenzionati con il pubblico e a stimolare un’offerta privata di qualità, per riuscire a dare una risposta in tempi brevi alla quasi alla totalità dei richiedenti.

Rispetto allo scorso anno, si conferma comunque la tenuta e la crescita della maggior parte dei parametri relativi ai nidi e ai servizi educativi alla prima infanzia. Più posti pubblici, convenzionati e privati creati (+26 bambini frequentanti rispetto allo scorso anno, +70 negli ultimi due anni, +122 negli ultimi tre) e più bambini frequentanti i servizi 0-3. Il nostro impegno in favore dell’infanzia è costante e i servizi a disposizione delle famiglie – come ad esempio il Centro Bambini e Famiglie Scubidù ora aperto con un orario più esteso, sabati compresi – favoriscono anche il radicamento di nuovi nuclei familiari e di coppie di giovani lavoratori sul nostro territorio.

Sicurezza, sono in aumento furti, truffe e scippi… è previsto un rafforzamento della Polizia Locale?

“Nel corso del quinquennio vi è l’intenzione di rafforzare l’organico e di dotarlo di ulteriori strumentazioni, dall’uso di droni a un nuovo software per l’ottimizzazione delle immagini della videosorveglianza. In programma anche progetti tesi alla prevenzione in fatto di truffe e disagio giovanile, l’implementazione di dispositivi di videosorveglianza e una presenza più capillare dei nostri agenti come riferimento costante per i nostri cittadini. La sicurezza passa anche dalla prevenzione e dalla collaborazione tra istituzioni e comunità, e su questo continueremo a investire”.

Jessica Bianchi

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