Famiglie che accolgono minori stranieri non accompagnati, al via un progetto sperimentale

I dati degli arrivi da sbarchi sono stati illustrati dalla viceprefetto dott.ssa Di Fiore che ha ribadito come l’accoglienza delle 1.580 persone arrivate sia distribuita su 22 Comuni dei 47 della provincia in 155 strutture. Di queste 172 persone sono a Carpi, 43 a Soliera e 21 a Novi di Modena. La quasi totalità degli accolti sono uomini singoli. Le prime tre nazionalità per provenienza sono Bangladesh, Pakistan e Costa d’Avorio. I minori stranieri non accompagnati provenienti da sbarco in Unione sono ad oggi 14.

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Il 2023 è stato un anno da record per sbarchi di rifugiati in Italia e anche se nel primo trimestre di quest’anno abbiamo registrato un calo significativo di nuovi arrivi, tanti sono coloro che sono ancora presenti e affidati al circuito dell’accoglienza del nostro territorio, tra loro diversi minori stranieri non accompagnati.

Per questo in occasione della Giornata Internazionale del rifugiato, l’Unione Terre d’Argine ha organizzato una giornata seminariale per approfondire il tema, intitolata Da rifugiati a membri della comunità: progetto sperimentale di accoglienza in famiglia dei minori stranieri non accompagnati.

I dati degli arrivi da sbarchi sono stati illustrati dalla viceprefetto dott.ssa Di Fiore che ha ribadito come l’accoglienza delle 1.580 persone arrivate sia distribuita su 22 Comuni dei 47 della provincia in 155 strutture.

Di queste 172 persone sono a Carpi, 43 a Soliera e 21 a Novi di Modena. La quasi totalità degli accolti sono uomini singoli. Le prime tre nazionalità per provenienza sono Bangladesh, Pakistan e Costa d’Avorio. I minori stranieri non accompagnati provenienti da sbarco in Unione sono ad oggi 14.

Per l’Unione Terre d’Argine è intervenuta la Presidente Daniela Tebasti che ha fatto il punto sui servizi di accoglienza con la restituzione di dati molto positivi sulla seconda accoglienza che l’Unione attraverso il progetto SAI offre ai titolari di protezione internazionale, una volta usciti dal primo momento di accoglienza straordinaria (Cas) che organizza la prefettura.

L’Assessore Tamara Calzolari del Comune di Carpi ha restituito i dati rilevati relativamente all’anno 2023 per tutti i beneficiari del progetto SAI in capo all’Unione con un focus sul tema dell’occupazione, sottolineando l’importanza di progetti di formazione linguistica, professionale e di inserimento lavorativo per consentire alle persone presenti nel nostro territorio di integrarsi in modo compiuto e legale nella nostra comunità.

Durante il 2023 sono transitati 60 utenti nel progetto Sai dei quali 32 hanno ora un contratto di lavoro.

Degli utenti attualmente ancora accolti nel progetto 42 sono maggiorenni, di cui 18 lavoratori hanno un contratto di lavoro attivo e sono impiegati nei seguenti settori: 2 utenti nella ristorazione/turismo, 3 Industria (tessile), 4 Commercio, 5 Industria (logistica, facchinaggio, metalmeccanica), 4 Altro settore (multiservizi) Dei 18 già usciti dal progetto 14 hanno un rapporto di lavoro in essere (77%), nei seguenti settori: 3 Ristorazione/turismo, 5 Industria (logistica, facchinaggio, metalmeccanica), 1 Agricolo, 2 Altro settore (multiservizi).

Per quanto riguarda il tema casa, su 18 utenti usciti al 31/12/2023, 15 hanno avuto un regolare contratto d’affitto per una casa o una stanza e, di questi, 8 sono rimasti nel territorio dell’Unione.

Il progetto SAI Unione delle Terre d’Argine attua collaborazioni con una rete di soggetti istituzionali, sindacali, privati e di volontariato del territorio su diversi temi: dalla salute, alla documentazione per poter avere accesso ad un lavoro regolare, alla casa. Oltre a questo, c’è grande attenzione e supporto al tema della socializzazione attraverso il coinvolgimento di associazioni per attività sportive e ricreative.

Quest’anno un focus particolare è stato posto al tema dei minori stranieri non accompagnati, attraverso la testimonianza di tre ragazzi provenienti da Gambia e Guinea ospitati nella struttura di accoglienza straordinaria realizzata lo scorso anno nel comune di Carpi per far fronte all’ondata degli arrivi e gestita dalla cooperativa Caleidos per conto della quale è intervenuta l’educatrice Elena Polimena.

Partendo da questa esperienza di comunità e raccogliendo la proposta delle operatrici dei servizi sociali dell’Area minori, l’Amministrazione rilancia l’idea di far partire accoglienza e affido in famiglia come previsto dal Regolamento affidi approvato quest’anno.

“Pensiamo sia importante coinvolgere le famiglie dell’Unione in un progetto di affiancamento dei ragazzi che sono arrivati, che portano un grande bisogno di punti di riferimento come tutti gli adolescenti e restituiscono una grande esperienza di umanità e di voglia di essere parte attiva della nostra comunità” chiosano Tebasti e Calzolari.