E’ nata a Carpi la prima Comunità a Supporto dell’Agricoltura (CSA), presso l’Azienda Agricola Terrevive a Gargallo! L’idea è cresciuta e si è sviluppata nell’ambito della Settimana del consumo consapevole – durante la quale sono stati rilanciati temi sempre più attuali e stringenti a partire dalle buone pratiche perseguite da varie realtà virtuose nel settore dell’agroalimentare per favorire una agricoltura naturale, una filiera corta e trasparente, il diritto a un cibo di qualità e giustizia sociale – ed è uno di quei progetti che ha il profumo delle cose buone.
“L’idea di fondo del progetto – spiega Federico Ferrari, referente della Cooperativa Sociale Il Fermento, costola dell’azienda agricola Terrevive fondata nel 2021 – è quello di promuovere un nuovo modello di produzione e di consumo, mettendo al centro il rispetto della natura e delle persone, ovvero producendo senza prodotti di sintesi e garantendo ai lavoratori un salario dignitoso”. Attraverso la creazione di una CSA si ribalta il paradigma dominante della massimizzazione del profitto: “si crea una filiera corta all’interno della quale si produce in base ai bisogni della comunità di riferimento. Di fatto si tratta di un’organizzazione economica in grado di promuovere una condivisione delle risorse e delle responsabilità tra agricoltori e membri della comunità. Insieme si decide cosa coltivare e in quale quantità in base al bisogno stimato. Tutto è commisurato sul numero di famiglie che compongono la CSA”, prosegue Ferrari.
I membri non solo si impegnano anticipatamente a sostenere le spese necessarie per la produzione agricola contribuendo con un importo determinato sulla base dei costi presunti, assumendosi così di fatto il rischio d’impresa legato a eventuali calamità ed eventi meteo estremi ma, continua Federico Ferrari, possono decidere di impegnarsi sul campo, mettendo a disposizione il proprio tempo per eseguire vari compiti come la raccolta degli ortaggi, la composizione delle cassette o la loro distribuzione settimanale alle famiglie aderenti. Così facendo i costi di produzione in carico all’agricoltore si abbattono e questo consente di abbassare contestualmente il costo dei prodotti, rendendoli accessibili a una platea di consumatori sempre più ampia”.
Insomma un’agricoltura virtuosa, naturale e su piccola scala che va nella direzione della transizione ecologica e punta all’equità sociale. Capofila del progetto è la cooperativa sociale Il Fermento, “abbiamo già vari tirocini di reinserimento lavorativo avviati e ora, grazie alla collaborazione di Caritas, potremo contare su tre, quattro persone da impiegare all’interno dell’orto che nascerà quest’inverno all’interno di Terrevive”. Una ventina di famiglie ha già manifestato il proprio interesse a partecipare e ne siamo davvero orgogliosi”, sorride Ferrari. D’altronde, aggiunge, “il nostro sogno è quello di convincere sempre più agricoltori convenzionali a spezzare il legame con la grande distribuzione, a mutare il proprio modo di produrre e a favorire la nascita di nuove Csa sul territorio come già accade in tanti paesi europei”. Per generare un cambiamento concreto e tornare a una produzione sostenibile per l’ambiente e capace di mettere al centro la dignità dei lavoratori ciascuno di noi può – e deve – rivestire un ruolo fondamentale a partire da cosa decide di acquistare e portare sulle proprie tavole. Un gesto apparentemente semplice ma capace di fare la differenza se sommato a quello di tanti altri.
Per maggiori informazioni è possibile scrivere a coop.ilfermento@gmail.com, oppure visitare il punto vendita dell’Azienda Agricola Terrevive in Via Paganelle Guerri 15, Gargallo. Chi fosse interessato a partecipare alla CSA per la produzione dell’orto invernale, può compilare il seguente modulo:https://forms.gle/d439JgZdkYTUL6qz7
Jessica Bianchi