Il suo nome latino è Cydalima perspectalis e ha infestato il Cimitero Urbano di Carpi. Si è svolto questa mattina un nuovo sopralluogo dei tecnici ambientali del Comune insieme all’entomologo e al personale della coop a cui è affidata la gestione del cimitero per valutare come contrastare l’invasione. Da ormai una settimana per i cittadini è particolarmente complicato far visita ai propri cari a causa di questi insetti simili a piccoli bachi lunghi pochi centimetri: hanno intessuto fitte ragnatele tra gli alberi dell’area verde e hanno infestato le siepi di bosso divorandole, sono ormai tutte secche. Le piante sane sono decisamente meno soggette agli attacchi di parassiti o di malattie ma quelle del Cimitero sono vecchie di anni.
Dalle ragnatele le larve scendono verso terra posandosi sulle tombe, sui vialetti, sui lampioni e sui muri della parte storica del cimitero.
La giornata di pioggia di mercoledì ha colpito le larve e rovinato i fili sericei prodotti dalla piralide del bosso ma gli insetti vivi erano ancora presenti e si sta valutando la situazione: se l’intervento con rimozione meccanica scuotendo la pianta e sopprimendo gli inetti non sarà sufficiente sarà necessario il trattamento biologico. Il successo della lotta alla Piralide è legato alla tempestività degli interventi che, per essere efficaci, devono essere effettuati all’inizio delle infestazioni.
La Piralide del Bosso è del tutto innocua per l’uomo: la sua tela e l’insetto possono tranquillamente venire a contatto con la cute senza provocare problemi.
La piralide del bosso appartiene all’ordine dei lepidotteri, quello che comprende moltissime specie di farfalle. La fase dannosa è quella larvale. È stato trovato in Italia per la prima volta nel 2011, quindi è tra gli insetti dannosi di recente introduzione, e probabilmente è arrivato dall’Asia in Europa insieme a piantine già infestate.
Il parassita compie fino a 2-3 generazioni l’anno durante la bella stagione, per poi trascorrere l’inverno come larva matura all’interno di un bozzolo attaccato alla pianta infestata. Di conseguenza, se non si interviene efficacemente nel debellarlo, il danno è destinato a ripresentarsi e ad aggravarsi nell’anno successivo. Dopo uno stadio larvale di 4 settimane, i bruchi si trasformano in crisalide e, all’incirca 10 giorni dopo, la farfalla di colore biancogrigio depone le uova sul lato inferiore delle foglie.