“La 3B era una classe affiatata al punto che non ci siamo mai persi di vista, conserviamo ricordi bellissimi di quel periodo: nel 1973 abbiamo superato l’esame e conseguito il diploma di Sarta per Donna poi c’è chi ha proseguito frequentando il quarto anno per ottenere la qualifica di modellista e stilista e poi il quinto anno per diventare insegnante. Quelle generazioni dell’Istituto Grazia Deledda hanno trovato un impiego nell’indotto carpigiano contribuendo alla grandezza del distretto del tessile-abbigliamento lavorando alla ditta Falcon, al maglificio Saffo, al Papa’s confezioni, al maglificio Ovet, alla ditta Harmony, al Marty Mode, al Fast Mode, alla ditta Cobra” ricorda la carpigiana Magda Gilioli, emozionata davanti alle studentesse del Cattaneo-Deledda di oggi in occasione dell’inaugurazione della mostra sulla storia della scuola di moda. Con lei ci sono altre alunne di cinquant’anni fa che hanno sostenuto l’idea di Magda di recuperare dopo cinquant’anni disegni, manufatti di maglieria e sartoria, testi scolastici e grafici di cartamodelli, e le immancabili fotografie delle sfilate di fine anno.
Così ha preso vita AmarcorDeledda, una ricca esposizione di disegni, manufatti di maglieria e di sartoria, testi scolastici e grafici di cartamodelli, foto delle sfilate di fine anno, materiale realizzato dalle ex studentesse degli Anni ’70.
Allestita nella Biblioteca dell’Istituto Professionale Statale Socio-Commerciale-Artigianale “Cattaneo – Deledda” di Modena, la mostra è stata inaugurata il 9 aprile con un incontro degli ex alunni vissuto insieme agli studenti di oggi. Una toccante mattinata ricca di testimonianze, in un simbolico passaggio di testimone verso le nuove generazioni.
“Queste ex studentesse – afferma Alessandra Zoppello, dirigente scolastica dell’Istituto Cattaneo-Deledda – possono dare veramente un contributo importante alle studentesse che attualmente frequentano la scuola e possono entrare in contatto con le radici del nostro istituto e con la storia dell’alto artigianato sartoriale che caratterizza il nostro territorio. E’ la dimostrazione che la scuola riesce a fare comunità tenendo unite le vecchie e le nuove generazioni”.
S.G.