“Solo precari nei centri assistenza e urgenza” è la denuncia del Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani

“Un problema significativo perché qualunque azienda non vorrebbe avere il 95% del proprio personale precario in continuo turnover. L’unico modo per arginare tale fenomeno è aumentare i posti di formazione specifica in Medicina Generale” spiega Roberto Pieralli, presidente regionale Snami Emilia Romagna.

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Nei mesi scorsi la Regione Emilia-Romagna ha messo a bando tramite le aziende sanitarie oltre 150 posti di lavoro a tempo indeterminato per reclutare i medici da inserire nei Cau, i nascenti centri assistenza e urgenza deputati ad accogliere i casi meno gravi, sostanzialmente i codici bianchi e verdi, e scaricare così la pressione sui Pronto Soccorso. Ne sono stati assegnati soltanto sei, a renderlo noto è il Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani (Snami).

“Il problema – spiega Roberto Pieralli, presidente regionale Snami Emilia Romagna – è quello di avere posizioni lavorative stabili. I medici che sono in possesso del titolo, quindi del corso di formazione specifica di Medicina Generale, che siano corsisti o già diplomati, non sono sufficienti, ed evidentemente coloro che posseggono il titolo hanno scelto per la gran parte altre attività. Il servizio ai Cau quindi si riempie di persone che hanno un incarico di 6 mesi, un anno: precari in continuo rinnovo, la gran parte neolaureati o specializzandi che per la prima volta iniziano questo tipo di attività. Un problema significativo perché qualunque azienda non vorrebbe avere il 95% del proprio personale precario in continuo turnover. L’unico modo per arginare tale fenomeno è aumentare i posti di formazione specifica in Medicina Generale”.

Per Pieralli i turni nei Cau saranno coperti solo con dei precari, “medici usa e getta per così dire.  Professionisti con contratti a tempo determinato, tra l’altro, in molti casi, nemmeno stabilizzabili con le regole attuali. E’ stata ampliata la platea dei posti richiesti ma quelli di formazione sono pressoché gli stessi. Siamo di fronte alla solita asincronia nell’organizzazione: da un lato chiedo più posti di attività professionale mentre quelli di formazione non sono contestualmente incrementati”. 

E se l’assessore alla sanità della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, respinge le accuse parlando “dell’ennesimo allarme inutile”, la direttrice sanitaria dell’Ausl di Modena Romana Bacchi assicura che nei Cau già attivati nel modenese, ovvero quelli di “Finale Emilia, Castelfranco Emilia e Fanano, vi è la necessaria copertura di medici, in parte precari e in parte no, mentre è in corso il reclutamento per quelli di Carpi e Modena” la cui apertura è ormai imminente.

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