Illustrare è anche educare

Sara Prandi, maestra carpigiana di 26 anni, oltre a insegnare ai bambini realizza illustrazioni in cui cerca di esprimere le sue idee di scuola e società del futuro.

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È laureata in Scienze della Formazione Primaria all’Università di Modena e Reggio Emilia e sta per diplomarsi al corso di illustrazione triennale alla Scuola Comics di Reggio Emilia. Lei è Sara Prandi, 26 anni, che ha trovato il modo di esprimere la sua creatività e il suo desiderio di istruire le nuove generazioni tramite il disegno.

Sara, come è nata la tua passione per il disegno?

“Ho sempre dedicato sin da bambina tanto tempo e tanta cura nell’osservare e ammirare i personaggi dei film d’animazione e della televisione, e gli albi illustrati sono sempre stati miei fedeli compagni. Per tanto tempo avrei voluto dedicare i miei studi scolastici all’arte, ma non ho mai concesso il giusto spazio a questa passione, finché durante un’esperienza di volontariato in Rwanda ho iniziato a disegnare in un piccolo quadernino dei personaggi ispirandomi ad alcune canzoni del nostro cantautorato italiano. Dopo qualche pubblicazione sui social, un’amica mi ha suggerito di aprire un profilo Instagram dedicato solo ai miei disegni, ed è così che è nato @idisegnidellaSara, in cui convergono idee personali, richieste di qualche illustrazione per poesie,  ritratti di famiglie o coppie… Dopo qualche anno l’autrice Elisa Cattini, mi ha proposto di illustrare il suo libro La nuova scuola a colori, e per me è stata l’occasione di far convergere il mio voler fare scuola in un’ottica di miglioramento della società con le illustrazioni. Da lì è arrivata la decisione di iscrivermi alla scuola di illustrazione”.

Quali sono i tuoi soggetti preferiti e che tecnica prediligi?

“Adoro trasformare le persone che osservo nella quotidianità in personaggi inventati, esagerando le loro caratteristiche e i loro comportamenti anche più intimi. Sembrerà banale ma mi piace molto che dalle illustrazioni emerga un modo di cambiare la nostra realtà portando valori, spunti di riflessione e dialogo per chi ne fruisce. Non ho per ora una tecnica prediletta, adoro mixare materiali, carte, medium e sperimentare. Possiamo dire una tecnica mista dai”.

E per quanto riguarda lo stile?

“Ho uno stile prevalentemente grafico. Il mio obiettivo principale è quello di lavorare sul segno, di togliere tutto ciò che è superfluo per arrivare all’essenzialità nel disegno”.

Dove ami disegnare e hai un rituale che ti accompagna quando illustri?

“Ho lavorato per tanto tempo a casa dei miei genitori in una taverna molto cupa con una piccola lampada rossa e una tovaglia natalizia. Solo da pochi mesi ho avuto il privilegio di potermi trasferire a vivere da sola. Qui ho potuto creare un piccolo studio in cui custodisco i materiali e i miei adorati libri ed albi. Non ho particolari routine prima di disegnare, adoro però prepararmi un bel caffè e accendere una candela. Scelgo con cura la musica che mi accompagnerà nel lavoro da svolgere”.

Progetti per il futuro?

“Sicuramente vorrei lavorare nell’editoria nella creazione di libri fiction e non. Per l’immediato futuro mi dedicherò alla creazione di un murales per la legalità nella città di Soliera e questo mi rende onorata, carica e pronta alla sfida per un domani migliore”.

Chiara Sorrentino

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