West Nile, a caccia del virus

Zanzare “campionate” in tutta la provincia per prevenire potenziali situazioni di rischio.

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Mai abbassare la guardia. Anche quest’estate continua la raccolta dei campioni di zanzare per verificare l’eventuale presenza negli insetti del virus West Nile. Proprio in queste settimane, il campionamento e il conseguente ritrovamento del virus, hanno permesso di incrementare in alcune province come quella modenese – su indicazione della Regione Emilia-Romagna e con la collaborazione dei Comuni – le misure atte a prevenire il rischio di malattia nell’uomo, come l’esecuzione di trattamenti adulticidi in luoghi all’aperto frequentati da persone fragili.

Ad occuparsi del posizionamento delle trappole per le zanzare sono l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna (Sezione di Reggio Emilia) e il Servizio Veterinario dell’Azienda Usl di Modena, che dispongono il collocamento di dodici trappole in altrettanti luoghi strategici della provincia: si tratta di aree verdi con una concentrazione importante di ristagni d’acqua e dove dunque è maggiore la proliferazione di zanzare. Il posizionamento e la raccolta dei campioni avviene ogni quindici giorni fino a ottobre. Nella giornata di oggi, in particolare, è stata posizionata una trappola nei pressi dell’Oasi di Colombarone, che consentirà di raccogliere un campione di insetti che verranno poi analizzati per verificare la presenza di West Nile.

In tutti i dodici siti individuati le trappole vengono collocate nel tardo pomeriggio. Il ghiaccio secco contenuto al loro interno, sublimando, libera anidride carbonica (CO2), simulando così ciò che avviene con l’espirazione da parte dell’uomo. È proprio la CO2 infatti ad attirare le zanzare, che vengono convogliate – grazie all’azione di una ventola – in una rete da cui non riescono più ad uscire. Il mattino seguente i Veterinari la inviano all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Reggio Emilia per l’analisi. Nel caso in cui venga evidenziata la presenza di virus, vengono adottate misure di contenimento e, in particolare, il controllo sulle donazioni di sangue, organi e tessuti e l’attivazione, sul territorio interessato, di interventi programmati con adulticidi presso le strutture o i servizi con aree esterne verdi maggiormente frequentati da categorie a maggior rischio (fra cui strutture sanitarie e CRA pubbliche e private). Non manca, inoltre, una capillare informazione alla popolazione sui sistemi di prevenzione personale contro le punture. Nel corso di questa estate fino ad oggi è stato riscontrato un solo caso di positività al virus West Nile in provincia di Modena: si tratta di un anziano di 82 anni affetto da patologie croniche e che si trova ricoverato al Policlinico.

Il controllo della malattia si avvale anche dell’attiva collaborazione con gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC). Ogni 15 giorni da maggio a ottobre, infatti, i cacciatori conferiscono ai Servizi Veterinari esemplari di avifauna selvatica prelevati nei loro piani di controllo. Ciò permette, assieme alla cattura degli insetti con le trappole, di avere dati completi e precoci sulla circolazione virale nel territorio. Sono gli uccelli selvatici, infatti, che fanno da serbatoio per la malattia

“Il recente ritrovamento di positività al virus nelle zanzare catturate nella nostra provincia, nella zona della Bassa modenese, e nei corvidi catturati nei piani di controllo regionali dai cacciatori – dichiara Gioia Biasi, Dirigente Veterinario dell’Azienda USL di Modena – conferma l’importanza delle misure di contenimento previste dal Piano regionale arbovirosi. In particolare, è fondamentale l’attività dei Comuni e la collaborazione dei cittadini nel controllo dello sviluppo di focolai larvali. Spetta ai Veterinari, inoltre, la sensibilizzazione dei proprietari di cavalli per sottoporre il loro animali a vaccinazione contro la malattia. Il cavallo come l’uomo, infatti, può sviluppare sintomi anche gravi di malattia”.

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