Ilona, fotografa di emozioni dalla Bielorussia a Carpi

È da poco approdata a Carpi insieme al marito Vladik - che qui ha la sua seconda famiglia: Paolo Belli e la moglie Deanna l'hanno accolto fin da quando aveva otto anni nell'ambito del progetto Chernobyl - la fotografa bielorussa Ilona Chvan, vincitrice di numerosi premi nel suo Paese d'origine, divenuta famosa per le sue foto a tema maternità e famiglia e per essere stata la prima fotografa in Bielorussia a ottenere il permesso di entrare in sala parto per scattare foto. “Qui intravediamo un futuro migliore per i nostri figli. Nella regione di Gomel da cui proveniamo si subiscono ancora le conseguenze nefaste del disastro nucleare di Chernobyl che minano la salute soprattutto dei bambini”.

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Sguardi, sorrisi, curve d’amore e di felicità, primi incontri in sala parto, generazioni di famiglie. Sono questi alcuni degli emozionanti scatti che realizza la fotografa Ilona Chvan nata in Bielorussia nel 1991 che da pochi giorni è approdata a Carpi insieme al marito Vladik, e ai due figli di otto anni e un anno e mezzo, con l’intenzione di trasferirsi definitivamente nel nostro Paese. Dopo la laurea in Economia e Commercio, Ilona ha iniziato ad appassionarsi di fotografia e a studiare da autodidatta per diventare fotografa. In breve tempo ha capito che la sua passione erano i ritratti, soprattutto di bambini e di famiglie, ed è riuscita a farsi conoscere sempre di più tanto da diventare una delle fotografe di punta del settore. Oltre ad aver vinto numerosi premi e riconoscimenti, Ilona si è distinta per essere stata in assoluto la prima fotografa bielorussa ad ottenere il permesso di entrare in sala parto per fare reportage durante il parto e la nascita.

Quali sono i motivi che vi hanno spinti a trasferirvi a Carpi?

“Vladik ha vissuto per molto tempo a Carpi. Qui ha la sua seconda famiglia a casa di Paolo Belli e di sua moglie Deanna, che l’hanno accolto fin da quando aveva otto anni nell’ambito del progetto Chernobyl. Inizialmente veniva a Carpi qualche mese all’anno poi, crescendo, ha ottenuto il permesso di soggiorno e ha vissuto a Carpi fino al 2013, anno in cui è tornato in Bielorussia e ci siamo sposati. Nel 2012 anche io sono venuta a Carpi per stare con lui e sono rimasta positivamente colpita dal luogo e dall’accoglienza. Per dieci anni abbiamo vissuto in Bielorussia dove sono nati i nostri due figli, ma poi abbiamo cominciato a sentire sempre di più l’esigenza di dare loro un futuro più sereno. In Bielorussia, e in particolare nella regione da cui proveniamo, Gomel, purtroppo c’è il più alto tasso di tumori infantili e giovanili, eredità radioattiva di Chernobyl, e non ce la sentivamo più di restare lì”.

Continuerai quindi a Carpi la tua attività di fotografa?

“Sì, l’obiettivo è di continuare qui la mia professione. Amo molto fotografare i bambini e le famiglie, soprattutto se sono numerose e mostrano più generazioni a confronto. Credo che non ci sia ricordo più bello da tramandare. Mi piace cogliere istanti emozionanti e autentici, istantanee di normalità che per chi le vive sono speciali. Il focus è sulle persone, lo sfondo è un dettaglio”.

Che effetti ha avuto sulla vostra vita la guerra in Ucraina?

“Siamo rimasti scioccati dallo scoppio della guerra. Non ce l’aspettavamo. Per noi l’Ucraina è sempre stata il luogo di villeggiatura. Prima che iniziasse il conflitto andavamo al mare ad Odessa per le nostre vacanze. Poi è cambiato tutto. Abbiamo conosciuto anche persone ucraine. Dal profondo del nostro cuore speriamo che torni al più presto la pace”.

Chiara Sorrentino

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