Mai generalizzare e a chi giudica sempre male i ragazzi di oggi scuotendo la testa occorre far presente che sono soprattutto giovani quelli che spalano e aiutano la gente. È passata una settimana dal 17 maggio quando lo straripamento di fiumi e torrenti ha messo in ginocchio la Romagna provocando morti, allagamenti e frane e i giovani continuano a raggiungere le zone alluvionate per dare una mano perché “pensiamo sia fondamentale in questo momento” racconta la carpigiana Viola Pelliciardi, a nome della delegazione che da Carpi ha raggiunto Sant’Agata sul Santerno martedì 23 maggio.
“È stata una decisione nata all’improvviso il giorno prima mentre eravamo in classe e a bordo di due auto siamo partiti basandoci sulle indicazioni che avevamo avuto da un rappresentante istituzionale del posto che ci ha indicato dove andare”.
E così Viola e Ginevra Montalbano, Giulia Clarizia, Gaia Setti, Vittoria Ascari, Martina Bertani, Giacomo Dallasta, Matteo Ciscato e Nicola Boschini che frequentano l’ultimo anno non sono entrati in classe al Liceo Corso di Correggio ma si sono messi in macchina. “Ci siamo fermati dieci minuti prima di arrivare a Imola e sembrava tutto a posto, dieci minuti dopo siamo stati catapultati in un ambiente che non sembrava nemmeno vero e poteva appartenere a un romanzo distopico”.
Arrivati a Sant’Agata sul Santerno i ragazzi sono stati indirizzati dalla Protezione civile. “Nella prima casa eravamo in venti a spalare ma il fango non finiva mai, più spalavamo più ce n’era. Poi una signora in lacrime ha chiesto il nostro aiuto per spostare al sicuro in una casetta in giardino quello che era ancora in casa. Lei voleva salvare il salvabile ma praticamente sarebbe stato tutto da buttare e metterla in condizione di decidere è stato straziante. Quando abbiamo finito di spostare la libreria, la signora finalmente si è riposata.
L’ ultima abitazione in cui siamo intervenuti era stata completamente inondata dal fiume: sul muro era rimasto il segno superiore al metro e il giardino era ancora ricoperto da due spanne di fango. La protezione civile cerca di fare quello che può ma fuori dalle case si ammassano sempre più oggetti ricoperti dal fango, è tutto da buttare e la gente è disperata”.
Ora è il momento di “aumentare i volontari e non dimenticare queste persone – è l’appello di Viola – perché le strade sono pulite ma il fango è ancora tanto. Io ho vissuto il terremoto del 2012 ma in Romagna ci sono molte più cose irrecuperabili, rovinate dall’acqua e dal fango. Abbiamo saltato un giorno di scuola, ma per una giusta causa”.
Sara Gelli