Ristorante modenese sequestrato dalla Guardia di Finanza, il gestore è vicino alla ‘ndrangheta calabrese

L’indagato, al fine di eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, ha fittiziamente intestato a terzi compiacenti le quote sociali, i conti correnti e tutti i beni strumentali riconducibili all’attività di ristorazione da lui gestita sotto le mentite spoglie di semplice cameriere.

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La Guardia di Finanza di Bologna ha eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di quattro soggetti, di cui uno ritenuto vicino alla ‘ndrangheta, in particolare alla ‘ndrina calabrese dei Piromalli di Gioia Tauro. Sottoposto a sequestro anche un noto ristorante di Modena – compresi conti correnti, beni immobili e quote societarie – per un valore complessivo di oltre mezzo milione di euro. Il decreto è stato emanato su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia in seguito alla indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna nell’ambito dell’operazione Radici. Nel corso delle indagini è emerso come l’indagato – gravato da plurimi precedenti di polizia e giudiziari per violazioni in materia di stupefacenti, reimpiego di proventi illeciti, associazione per delinquere, reati contro il patrimonio e la persona e porto abusivo di armi da fuoco, nonché indicato da vari collaboratori di giustizia come contiguo alla criminalità organizzata di stampo calabrese – al fine di eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, ha fittiziamente intestato a terzi compiacenti le quote sociali, i conti correnti e tutti i beni strumentali riconducibili all’attività di ristorazione da lui gestita sotto le mentite spoglie di semplice cameriere. 

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