Diamo di più, uniti per l’autosufficienza. Il filo conduttore delle assemblee Avis in corso in questo periodo su tutto il territorio nazionale è l’impegno non solo a mantenere l’autosufficienza della disponibilità di sangue, ma soprattutto a rendere autonomo il nostro Paese per le scorte di plasma, altrettanto indispensabile per poter produrre molti farmaci salvavita. Un impegno ribadito anche nel corso della 62° assemblea provinciale dell’Avis di Modena che ha riunito sabato 15 aprile nella Florim Gallery, messa a disposizione dal gruppo ceramico di Fiorano Modenese, i delegati delle 48 Avis comunali della provincia chiamati ad approvare i bilanci 2022, il preventivo 2023 e i rendiconti delle attività dell’associazione nel primo esercizio post pandemia.
A portare il saluto all’Avis modenese sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni territoriali e sanitarie: Fabio Braglia, presidente della Provincia di Modena, l’assessore del Comune di Fiorano Luca Busani, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Paolo Cavicchioli, la dott.ssa Federica Ronchetti direttrice del Distretto di Sassuolo dell’Ausl di Modena, il dott. Stefano Reggiani direttore generale dell’ Ospedale di Sassuolo e i responsabili delle associazioni del dono AIDO, ADMO e DonatoriNati della Polizia di Stato. A concludere i lavori l’intervento del presidente di Avis Regionale Emilia Romagna Maurizio Pirazzoli.
Con 56.950 donazioni totali fra sangue e plasma raccolte in provincia, il 2022 registra il secondo risultato più alto nella storia dell’Avis modenese. Il primo spetta al 2021, l’anno del Covid e della risposta straordinaria dei modenesi che hanno battuto ogni record di generosità. Il calo complessivo rispetto al 2021 è stato del 2,73%, con un dato positivo per il sangue intero pari a 34.587 unità raccolte (242 in più rispetto al 2021), e invece una flessione maggiore per le donazioni di plasma, con 20.569 unità, 1.807 in meno dell’anno precedente. Nonostante ciò, ancora oggi nella nostra regione quasi un terzo della disponibilità di plasma arriva da Modena. In lieve calo anche le donazioni di piastrine, con 1.794 unità rispetto alle precedenti 1.824. L’andamento delle donazioni di sangue intero anche lo scorso anno ha consentito di far fronte completamente alle esigenze delle strutture sanitarie della provincia: le unità utilizzate nell’anno per le trasfusioni nei nostri ospedali sono state 25.393 E sempre nel 2022 l’Avis modenese è riuscita ad inviare al Centro Regionale Sangue 4.742 sacche da destinare alle zone carenti d’Italia.
“Siamo molto soddisfatti del lavoro della squadra di donatori, volontari, dirigenti Avis di tutte le nostre sezioni che ha portato a questi risultati – commenta il presidente provinciale Cristiano Terenziani – ma non nascondiamo la preoccupazione per il trend in discesa delle plasmaferesi, un fenomeno purtroppo diffuso su tutto il territorio nazionale. Dopo un momento di grande popolarità del plasma come possibile cura degli ammalati di Covid, la tensione è scesa e con essa il numero delle donazioni. Il rischio è di allontanare l’obiettivo dell’autosufficienza per l’Italia, che ancora oggi deve ricorrere ai mercati esteri per la produzione di plasmaderivati, indispensabili per la cura di molte e diffuse malattie. Aumentare il numero delle donazioni di plasma e coinvolgere tutti in questa sfida è un impegno obbligatorio per il futuro dell’Avis modenese e dell’intero sistema Avis”.
In crescita anche il numero dei soci Avis: erano 31.171 alla fine del 2022, 897 in più rispetto al 2021. Di questi, 30.169 sono donatori effettivi. In provincia di Modena gli avisini rappresentano il 7,10% della popolazione nella fascia dai 18/65 anni. I risultati del 2022 mantengono la provincia di Modena ancora prima in Emilia Romagna per numero di donatori e donazioni, per la percentuale di donazioni sulla popolazione e per indice di donazione, il rapporto cioè fra numero di donatori effettivi e numero di donazioni effettuate.
“Dopo la pandemia che ha messo a dura prova tutta la nostra organizzazione – conclude il presidente Terenziani – stiamo già affrontando nuove situazioni che ci impegneranno su diversi fronti: un nuovo sistema informatico per la gestione delle donazioni, dei referti e delle comunicazioni ai donatori, in stretta connessione con il Servizio Trasfusionale del Policlinico, un nuovo polo logistico in via Emilio Po in corso di completamento, i nostri programmi di formazione del personale e dei volontari, la collaborazione con le scuole, il mondo dello sport, le aziende del territorio sempre più sensibili alle tematiche sociali. Ci sono vicine nei nostri progetti le istituzioni locali, le Fondazioni, le forze dell’ordine che ci riconoscono come portatori sani di valori nella nostra comunità. Anche per questo sentiamo, ancora di più in questo momento storico, la responsabilità di promuovere la cultura che ci appartiene, quella della solidarietà, della vita, dell’uguaglianza”.