Aurelia De Stefano e l’arte come terapia

Aurelia De Stefano, 23 anni, iscritta alla facoltà di Scienze e tecniche psicologiche, dipinge esternando le sue emozioni e commenta: “l'arte è terapeutica. Non solo guardarla ma anche farla. Dall'opera di creatività di una persona si possono capire molte cose sul suo stato d'animo e il suo vissuto”.

0
1180

L’arte è per sua natura sensoriale: sensazioni visive, acustiche, tattili, olfattive, percezione ed organizzazione dello spazio che coinvolgono emozioni e processi cognitivi.

È anche per questo che Aurelia De Stefano, 23enne carpigiana, studentessa in Scienze e tecniche psicologiche, ha cominciato a dipingere in concomitanza con l’inizio degli studi in psicologia.

“L’arte è un po’ nel mio dna dato che mia nonna Aurelia, sì si chiama proprio come me – ha raccontato Aurelia De Stefano – è una professoressa d’arte in pensione e ha sempre dipinto, ritraendo anche me e mia sorella, e coinvolgendomi spesso e volentieri nelle sue sessioni di pittura, ma è stato quando mi sono iscritta al corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche che ho sentito l’esigenza di dare libero sfogo alla mia personale vena creativa. Il mio modo di dipingere è astratto, frutto dell’onda di emozioni che mi pervade in quel momento o in quel periodo”.

Onda è anche il nome di una serie di suoi quadri, il cui colore predominante è l’azzurro, a cui Aurelia è particolarmente legata,  in particolare con riferimento al primo della serie, Marea, come spiega: “in questi quadri sembra di sprofondare negli abissi per poi risalire in superficie. È anche la sensazione che ha condiviso con me una mia amica dopo averli visti”.

Cos’è per te l’arte-terapia?

“Il fulcro dell’arte-terapia è legare insieme gestualità, espressività, immaginazione, emozioni attraverso esperienze di pittura ma anche eventualmente di danza, musica e scrittura creativa allo scopo di liberare pensieri ed emozioni. L’arte rende possibile il vedere e il sentire molto più di quello che a volte le parole possono fare: si tratta di una comunicazione densa di significato intrinseco, che viene percepita emotivamente anche da chi ne fruisce”.

Che tecnica utilizzi per le tue opere e dove hai imparato a dipingere?

“Per i miei quadri utilizzo gesso su tela e colori acrilici. Questo fa sì che siano opere materiche, ossia in rilievo, che possono essere fruite con tutti i sensi, anche eventualmente da persone con deficit visivi. Inizialmente non è stata una scelta razionale, ma spontanea, eppure si è rivelata proprio ciò che volevo. Non ho fatto nessun corso di pittura, sono autodidatta”.

Hai mai esposto le tue opere o pensi di esporle?

“Alcune delle mie opere sono esposte attualmente al Dolcecorraocaffè di Modena, e sì, mi piacerebbe esporle anche in gallerie. Ci sto lavorando”.

Chiara Sorrentino