Quella giungla chiamata viale Peruzzi, dove vige la legge del più maleducato

“Il traffico è un delirio, la gente parcheggia in doppia fila, autobus e mezzi di soccorso non riescono a passare e non fanno altro che suonare il clacson per tentare di farsi largo tra le auto e i suv in sosta. All’inquinamento acustico, così come ai mozziconi gettati a terra - e non solo - abbiamo fatto il callo ma all’incoscienza no. Quella non può e non deve essere giustificata. Ogni giorno assistiamo a scene estremamente pericolose anche e soprattutto a discapito degli studenti” è la denuncia di alcuni residenti. Perché non trasformare durante l’anno scolastico viale Peruzzi in una cosiddetta strada scolastica, ovvero un asse in cui viene vietato (temporaneamente) il traffico degli autoveicoli, consentendo il transito solo a pedoni, biciclette, mezzi per il trasporto dei disabili e autobus?

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Non ce la fanno più e sono stanchi di restare in silenzio e con le mani in mano. A denunciare una situazione ormai sfuggita a ogni controllo sono alcuni residenti di viale Peruzzi e delle zone limitrofe agli istituti scolastici carpigiani: “non vogliamo entrare nel merito dei cambiamenti apportati al viale bensì portare, per l’ennesima volta, all’attenzione della cittadinanza l’invivibilità di questa zona dove la maleducazione regna sovrana e il traffico impazzisce ogni giorno in concomitanza con gli orari di ingresso e uscita degli studenti”. 

Non sono soltanto il rumore e lo smog a rendere la zona una vera e propria giungla rumorosa e puzzolente, ma anche la mancanza di rispetto manifestata quotidianamente da tanti genitori in attesa dei propri pargoletti: “il traffico è un delirio, la gente parcheggia in doppia fila – proseguono i residenti – autobus e mezzi di soccorso non riescono a passare e non fanno altro che suonare il clacson per tentare di farsi largo tra le auto e i suv in sosta. La viabilità va in tilt. Abbiamo più volte mandato delle Pec alla Polizia Locale per sottoporre alla loro attenzione il problema ma tutti i nostri appelli sono sinora caduti nel vuoto”.

Il quartiere da sempre è interessato da un altissimo traffico veicolare diretto verso le scuole, il centro storico e l’ospedale ma, aggiungono i residenti, “nel corso del tempo oltre a essere aumentati il numero e il volume dei veicoli in transito, sono cresciute anche la maleducazione e la mancanza di buon senso”.

In assenza di soluzioni organiche e strutturate adottate dalla pubblica amministrazione qualcuno si è ingegnato, fabbricando dei marchingegni fai da te per evitare che gli si parcheggi in casa ma, spesso, nemmeno questi deterrenti servono a dissuadere chi accompagna i ragazzi a scuola dal compiere manovre azzardate e pericolose pur di infilarsi in ogni pertugio possibile, compresi gli spiazzi davanti ai cancelli delle abitazioni  impedendo ai residenti di entrare e uscire.

“All’inquinamento acustico, così come ai mozziconi gettati a terra – e non solo – abbiamo fatto il callo ma all’incoscienza no. Quella non può e non deve essere giustificata. Ogni giorno assistiamo a scene estremamente pericolose anche e soprattutto a discapito degli studenti. Qui si sono già verificati degli incidenti fortunatamente senza conseguenze pesanti: dobbiamo aspettare che qualcuno si ferisca gravemente prima che si decida di metter mano a questo scempio? La presenza degli agenti della Polizia Locale potrebbe aiutare, perché non vengono dispiegati nell’area? Noi non ce la facciamo più ma ormai abbiamo perduto ogni speranza”. 

Perché non trasformare durante l’anno scolastico viale Peruzzi in una cosiddetta strada scolastica, ovvero un asse in cui viene vietato (temporaneamente) il traffico degli autoveicoli, consentendo il transito solo a pedoni, biciclette, mezzi per il trasporto dei disabili e autobus? Esperienze di questo tipo, ormai una prassi in tanti paesi europei, sono nate anche in varie città italiane, grazie ai provvedimenti stabiliti dalle Giunte comunali: la Polizia Locale o i volontari posizionano le transenne negli orari di chiusura per poi rimuoverle una volta che i ragazzi sono entrati in classe. Scelte che favoriscono l’autonomia dei giovani negli spostamenti quotidiani casa-scuola, incentivano una mobilità sostenibile, riducono gli assembramenti di auto e i conseguenti tassi di incidentalità e inquinamento. 

Jessica Bianchi