Un nuovo futuro per cinquantaquattro ucraini grazie alla musica e, soprattutto, grazie a Stefania Passamonte, la pianista e imprenditrice cresciuta a Carpi e trapiantata a Londra da circa vent’anni. “Sono stata a Kiev diverse volte, prima come concertista e poi, l’ultima volta, a ottobre 2021 per la firma della partnership tra il mio conservatorio, il London Performing Academy of Music e il conservatorio di Kiev, l‘Ukrainian National Tchaikovsky Academy of Music e, contemporaneamente, abbiamo aperto la partnership anche con l’università di Kharkiv. Sarei dovuta essere lì dal 22 al 26 febbraio dello scorso anno per una settimana di concerti e masterclass per un grande festival di musica internazionale che univa Ucraina, Russia e Regno Unito, ma all’improvviso mi hanno cancellato il volo, altrimenti mi sarei trovata anch’io nel mezzo della guerra. Le testimonianze che mi arrivavano dai miei colleghi insegnanti e dagli allievi in quei giorni erano terribili, e ho deciso che dovevamo fare qualcosa per aiutarli. Fortunatamente conoscevo personaggi dell’industria della musica che hanno aperto le loro case per ospitare degli allievi ucraini”. L’ultimo concerto in ordine di tempo organizzato da Stefania, è stato quello di mercoledì 23 marzo, alla Kensington United Reformed Church di Londra: il Stabat Mater by Pergolesi, ovvero un evento di raccolta di fondi per fornire borse di studio agli studenti ucraini, che è il risultato di una collaborazione internazionale tra il London Performing Academy of Music con l’Ukrainian Studentes Ensemble, e cinque conservatori italiani (di Sorrento, Avellino, Castelfranco Veneto, Parma e Cremona), all’insegna di un messaggio di pace e collaborazione internazionale. E’ stata un’occasione speciale per gli allievi e i loro professori italiani di esibirsi a Londra, e di conoscere questi allievi ucraini che abbiamo potuto salvare dalla guerra”.
La vostra operazione di salvataggio sta continuando?
“Assolutamente sì, stanno per arrivare altri due allievi ucraini che sono riusciti a superare il confine, e un altro è arrivato il mese scorso. Finora abbiamo portato in salvo 54 studenti, 34 dei quali siamo riusciti a farli arrivare a Londra, mentre per gli altri stiamo aspettando il permesso di ingresso nel Regno Unito (la Visa), che purtroppo non possono avere finché non troviamo altri sponsors per il programma Home for Ukraine, ovvero una famiglia inglese che ospiti gratis l’allievo per almeno sei mesi. Siamo molto felici di dare il nostro contributo e un’altra cosa meravigliosa è essere stata ospite, insieme ad alcuni di questi giovani musicisti ucraini, della London One Radio, che mi aveva già invitato lo scorso anno quando era appena iniziato la guerra. È la radio italiana a Londra, punto di riferimento per gli italiani nel mondo, con più di 370 mila ascoltatori, in partnership con la Rai, e ci verranno a trovare presto nel nostro campus nel quartiere londinese di Camden Town. Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto in questo progetto di raccolta fondi per le borse di studio. Tra i nostri benefattori abbiamo avuto la Fondazione Andrea Boccelli, i Brit Awards e la Universal Music Italia”.
Chiara Sorrentino