Cosa altro intende chiederci l’Unione Europea?

La rubrica di PAP20

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Ci era stato raccontato che con l’adozione della moneta unica si sarebbero potuti evitare quegli scenari inevitabili mantenendo la lira italiana, ma l’euro non li ha evitati: ogni volta che c’è uno stress esterno prendiamo una batosta. E’ successo nel 2008 ma anche successivamente fino al crollo di Credit Suisse.

I vantaggi promessi non sono mai arrivati. L’Europa, lo ricordiamo, non ha la struttura di uno Stato e i sistemi con cui dovrebbe porre rimedio alle crisi rivelano la loro inadeguatezza: la Banca centrale tutela interessi che non sono quelli dei cittadini mentre la Commissione europea si relaziona con gli Stati membri imponendo le scelte tradotte in piani quinquennali e decennali che annunciano la morte del motore a combustione entro il 2030 o le case green con  prestazioni da classe B entro il 2035.

Politiche a senso unico che vengono imposte dall’Europa e rispetto alle quali non c’è alcun controllo da parte della ‘base’, cioè i cittadini europei: sono serviti alcuni anni, ma oggi all’Europa è stata ceduta completamente la sovranità economica . Quando la Commissione, il Consiglio o il Parlamento europeo definiscono un Regolamento o un Trattato, i Parlamenti dei singoli Paesi li fanno propri senza porsi domande, senza chiedersi come si è arrivati all’adozione e attraverso quali passaggi.

Senza entrare nel merito di ogni singolo provvedimento, diventa una questione di fede nell’Unione europea e in quello che ci chiede di fare.

Eppure è il Parlamento di ogni singolo Stato l’organismo che rappresenta i cittadini: in quella sede si deve discutere e decidere se modificare e/o cambiare , il Parlamento deve avere gli strumenti per poter intervenire. Se invece lo Stato deve sottomettersi a un soggetto legislatore esterno smettiamola di vantarci di essere un modello di democrazia. Se i popoli non ragionano dentro i propri Parlamenti, se lì non approvano le soluzioni, se non c’è un contesto di mercato libero (come fa un imprenditore a mettersi in gioco con regole che cambiano a seconda di cosa decide il gotha finanziario?), non c’è democrazia e l’illusione europeista ha messo in vendita le nostre libertà e la nostra cultura.

La preoccupazione cresce non solo per gli aspetti etici ma anche sul fronte delle scelte operative perché se si continuano ad alzare i tassi come fece Trichet all’indomani del collasso bancario americano significa che la lezione non è servita: non avere il controllo su chi decide è estremamente rischioso.  Di fronte allo strapotere dei burocrati, alla vigliaccheria dei politici e al silenzio dei popoli come si può ancora parlare di democrazia? Nel percorso di Unione Europea sono stati collezionati errori su errori che sono costati sacrifici ai cittadini, agli italiani in particolare: tra i Paesi che contano, siamo quelli che hanno perso di più in reddito pro capite, libertà d’impresa, diritti e valori costituzionali che sono stati compressi fino quasi a sparire. A furia di praticare l’austerità abbiamo mandato in fumo la nostra sanità, la nostra sicurezza, la nostra scuola…

Non stupiamoci se anche questa volta faremo gli errori del 2008 e sarà ancora peggio perché allora  avevamo molti più capitali da sacrificare. Oggi cosa ci aspetta? Prima o poi qualcuno si ribellerà e rifiuterà di essere sempre più suddito e sempre più povero?

PAP20

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