L’ex Consorzio agrario di via Corbolani pur essendo un interessante esempio di archeologia industriale “non è vincolato dalla Soprintendenza ai Beni culturali e dunque può essere demolito”, spiega l’ingegner Massimo Barbi, al cui studio la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi aveva affidato lo scorso anno il progetto di recupero dell’imponente complesso ormai del tutto fatiscente e inagibile. Inizialmente, nei piani dell’ente a guida Corrado Faglioni, l’idea era quella di procedere con un restauro di tipo conservativo, per ridare così vita al fabbricato storico (risalente al 1924) e ai tre capannoncini nei quali si possono ancora ammirare delle bellissime capriate. Evidentemente però l’operazione è troppo onerosa e il nuovo presidente Mario Arturo Ascari ha deciso di intraprendere un’altra strada.
“Con la riqualificazione dell’esistente gli spazi, piccoli e bassi, non sarebbero stati confacenti alle esigenze di un polo universitario e, inoltre, – prosegue l’ingegner Barbi – non saremmo stati in grado di valorizzare appieno la piazzetta ideata dall’architetto Mario Cucinella e che conduce all’università e al parco. Per tali motivi, entro il mese di marzo presenteremo la pratica di demolizione dopodiché si procederà con l’abbattimento e la rimozione delle macerie”.
Sui tempi della ricostruzione, invece, nulla è stato stabilito: “futuribilmente, una volta entrato in funzione il polo universitario e capito di cosa necessita, – sottolinea Massimo Barbi – l’intenzione della Fondazione è quella di far realizzare due strutture ex novo con un’occupazione di suolo di 2mila metri quadri. Il corpo principale sarà più piccolo rispetto a quello attuale e ben più lontano dal sottopasso proveniente dalla stazione ferroviaria”.
Il progetto dello Studio Ingegneria & Acustica – Ingegneri associati è stato fortemente ridimensionato ma, conclude Barbi, “la funzione di questi nuovi contenitori resta pressoché immutata. Ogni spazio infatti sarà pensato a servizio della nascente università affinché non sia un’isola in mezzo al mare: dal bar-ristorante alla biblioteca universitaria, passando per un’area polivalente per eventi e congressi… così facendo preserveremo anche più verde”.
Jessica Bianchi