Cala definitivamente il sipario sulla Festa dell’Aratura, dopo 40 anni si chiude un’era

Tra le cause che hanno portato gli organizzatori a questa amara ma necessaria decisione l’incremento insostenibile delle spese e il mancato ricambio generazionale.

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Da sinistra Marco Gasparini, Luisa Baracchi, Giancarlo Veroni, Mario Santandrea, Giuliano Berni e Giancarlo Incerti

Correva l’anno 1983 quando Lino Zanichelli, titolare di una nota tessitura carpigiana, lanciò l’idea di organizzare un’iniziativa finalizzata alla raccolta fondi da destinare in beneficenza, da realizzare nel suo terreno di via Guastalla. Nacque così, in punta di piedi, la Festa dell’Aratura anche grazie a un nutrito gruppo di volontari che rispose con entusiasmo all’appello di Zanichelli. I primi anni i fondi venivano donati alla Lega Italiana Lotta ai Tumori e alla società sportiva A.C. Cibeno poi, nel 1997 con la sua nascita, A.M.O. Associazione Malati Oncologici divenne destinataria delle donazioni al posto della LILT, e venne istituita l’Associazione Amici del Cibeno con l’obiettivo di organizzare la festa e rafforzare i rapporti con le associazioni per ampliare la compagine di volontari. 

Oggi però, dopo 38 anni, su questa bella esperienza, all’insegna della gratuità e dell’aggregazione, cala definitivamente il sipario. 

“Sono stati anni bellissimi. Indimenticabili e sono davvero soddisfatto dei risultati che abbiamo conseguito insieme ma ora non ci sono più le premesse per continuare”. A parlare è Giancarlo Veroni, per 15 anni presidente  dell’associazione Amici del Cibeno.

Tra le cause che hanno portato gli organizzatori a questa amara ma necessaria decisione l’incremento insostenibile delle spese legate all’introduzione della Circolare Gabrielli. Un cambio di passo che, prosegue Veroni, “non ci ha più consentito di organizzare i grandi eventi a cui eravamo abituati. Con l’aiuto della Virtus Cibeno abbiamo tentato di tener duro e andare avanti ma le spese erano troppo alte e per riuscire a donare alle associazioni aderenti un contributo dovevamo mettere mano al nostro capitale”. Un altro problema poi è quello legato al ricambio generazionale: “ci abbiamo provato fino all’ultimo – ammette Marco Gasparini, presidente della società Virtus Cibeno – ma non c’erano più le condizioni per continuare. Il numero dei volontari si assottiglia sempre più e invecchia e questa è una realtà con cui dobbiamo fare i conti. La storia della Festa dell’aratura finisce qua ma non dimentichiamo quanto nel corso degli anni siamo riusciti a ridistribuire”. In quasi quarant’anni infatti gli Amici del Cibeno hanno donato oltre 500mila euro alle associazioni del territorio e anche ora che il sodalizio si scioglie ha distribuito i 31mila euro che aveva in cassa a coloro che storicamente hanno collaborato nella realizzazione della festa, ovvero Avis, Croce Rossa, Virtus Cibeno, Protezione Civile, Circolo Loris Guerzoni, Antenna 2000 e Amo. Un’esperienza memorabile che resterà nel cuore e nei ricordi di tanti ma, ammette la presidente del Circolo Guerzoni, Luisa Baracchi, “tutte le cose finiscono, anche quelle belle”.

Jessica Bianchi