Si è svolta questa mattina in Tribunale a Modena la prima udienza dibattimentale, cosiddetta di smistamento, nell’ambito del procedimento a carico del dirigente del Comune di Carpi rinviato a giudizio nel settembre scorso con l’accusa di abuso d’ufficio. Nel corso dell’udienza, dedicata alla verifica della regolare costituzione delle parti e all’esame delle questioni preliminari, si sono profilate alcune rilevanti novità. Il Comune di Carpi, che non si è costituito parte civile, è stato chiamato in causa come responsabile civile in seguito all’istanza presentata il 14 gennaio scorso dagli avvocati Giuseppe Girani del Foro di Bologna e Henrich Stove del Foro di Modena, difensori delle parti civili. Oggi, il collegio ha ammesso la richiesta e disposto la citazione del Comune di Carpi quale responsabile civile. “Si tratta di un’istanza – spiega l’avvocato Girani – per chiamare in causa il Comune di Carpi quale responsabile civile della condotta dell’imputato: in questo modo in caso di condanna il Comune è obbligato in solido al risarcimento delle parti civili”. In pratica, il dirigente comunale non sarà l’unico a pagare nel caso in cui il procedimento si concluda con una condanna a risarcire le parti ma anche il Comune di Carpi concorrerà al risarcimento.
L’altra novità riguarda la costituzione di parte civile di un altro soggetto: ai proprietari dei comparti F2 e F9, si è aggiunta anche la proprietà del comparto F13. Stiamo parlando degli unici lotti non ancora costruiti nell’area tra via dell’Industria, via Nuova Ponente e la tangenziale Losi: i proprietari sostengono di essere stati danneggiati da una procedura autorizzata dal dirigente. Secondo la Procura infatti, l’imputato avrebbe autorizzato un piano particolareggiato, quello dell’espansione commerciale su via dell’Industria, che avrebbe comportato l’esaurimento della superficie commerciale utile per gli altri comparti non ancora realizzati. In sostanza, il dirigente avrebbe dato l’ok alla realizzazione del comparto per una superficie sovradimensionata negando la distribuzione dei ‘metri commerciali’ agli altri comparti rimasti così senza sufficiente ‘spazio’. Il che sarebbe avvenuto con parere negativo dell’Amministrazione provinciale.
Sara Gelli