Sospesa l’attività del Punto Nascita di Mirandola

Non è stato possibile acquisire ginecologi dipendenti per il Punto Nascita: ciò impatta in una misura tale da rendere necessaria la sospensione dell’attività di assistenza al travaglio-parto. Comitato di distretto con Ausl e Sindaci per la definizione degli obiettivi di tutela della sicurezza di donne e bimbi e del personale

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Nella giornata di oggi si è tenuto un Comitato di distretto tra l’Azienda USL di Modena e i Sindaci del Distretto sanitario di Mirandola. All’ordine del giorno un aggiornamento urgente sulla carenza di figure di ginecologi che impatta sulle attività della Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia del Santa Maria Bianca.

A determinare la difficile situazione è l’esito negativo di tutte le numerose attività di reclutamento messe in campo dall’Ausl, di concerto con la Regione e tutte le altre Aziende sanitarie modenesi. A ciò si aggiunge un ulteriore pensionamento su Mirandola, che riduce il numero dei professionisti, le molte maternità che hanno interessato professioniste attive sull’Area Nord (Carpi e Mirandola), che non consentono più l’integrazione funzionale tra i professionisti sui due reparti, così come nuove maternità su altre sedi provinciali che limitano le possibilità di rotazione dei professionisti. Tale circostanza, che rispecchia una carenza generalizzata di queste figure mediche a livello locale e nazionale, si è purtroppo manifestata all’indomani del covid, che già ha fortemente provato il personale.

Fino ad oggi l’assistenza è stata garantita grazie alla grande professionalità e dedizione del Direttore dell’UOC Alessandro Ferrari e di altri due ginecologi ma lo stesso Direttore, unitamente alla Direttrice del Dipartimento Materno infantile, Maria Cristina Galassi, ha comunicato che la disponibilità di personale interno ora è tale da non consentire di mantenere l’attività di assistenza al travaglio-parto, nemmeno in integrazione con personale proveniente dall’esterno.

Nonostante la richiesta della Regione e dei Sindaci del Distretto sia sempre stata per il mantenimento del Punto nascita, si rende dunque necessaria una sospensione di tale attività, finché non sarà possibile ripristinare condizioni idonee sia dal punto di vista clinico e del rischio, sia dal punto di vista della continuità assistenziale necessaria a garantire la corretta presa in carico delle pazienti.

Nel pieno rispetto delle preoccupazioni relative a tale decisione, si ribadisce che l’obiettivo principale è la sicurezza delle donne del territorio e dei nascituri, che occorre continuare a garantire, oltre che la tutela dei professionisti che tanto si sono spesi all’interno della struttura.

Continuerà ad essere garantita a Mirandola l’assistenza nelle fasi pre e post-parto previste dal Percorso Nascita dell’Azienda USL di Modena, in una logica di integrazione tra ospedale e territorio e di personalizzazione e massima sicurezza per mamme e bimbi. Le donne con un percorso di presa in carico già avviato sono state contattate e saranno accompagnate verso il parto nel Punto nascita che sceglieranno, mentre le future gravidanze saranno inserite all’interno del Percorso Nascita che negli ultimi anni si è consolidato e che sarà ulteriormente potenziato. Sarà inoltre sviluppata la chirurgia ginecologica, consentendo così un rafforzamento dell’offerta sanitaria per le donne del distretto mirandolese e la riduzione delle liste d’attesa.

L’Ausl continuerà a lavorare per il reperimento di personale, come ha fatto finora, con strategie diversificate: concorsi pubblici ripetuti in corso d’anno con bandi sempre aperti, scorrimento di graduatorie di concorso di altre aziende regionali, contratti di libera professione, contratti Covid per specializzandi, accordi con professionisti di Azienda Ospedaliero – Universitaria e Ospedale di Sassuolo per l’acquisizione di turni di attività aggiuntiva e acquisizione di personale tramite cooperative che necessità però, come più volte precisato, del supporto funzionale dei professionisti strutturati.

“Viviamo questa situazione con grande sofferenza – dichiara Anna Maria Petrini, Direttrice Generale dell’Azienda USL di Modena – perché nonostante tutte le iniziative messe in campo non disponiamo al momento di medici sufficienti per la prosecuzione dell’attività di assistenza al travaglio-parto. La sicurezza delle mamme e dei neonati viene però al primo posto. Non possono esserci casi nei quali non siamo in grado di offrire il meglio dell’esperienza e della competenza: la sicurezza è al centro delle nostre attività e sforzi. Allo stesso tempo non possiamo chiedere ai nostri professionisti più di quanto hanno già fatto e desidero che giunga a loro il ringraziamento nostro e, tramite le istituzioni, la vicinanza di tutti i cittadini. Ci auguriamo di poter trovare le risorse necessarie a una ripresa dell’attività e nel frattempo garantiremo un potenziamento dei percorsi territoriali di presa in carico delle donne in gravidanza del Distretto mirandolese e dell’attività chirurgica ginecologica”.

 

 

 

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