Nell’anno del centenario della Marcia su Roma, evento simbolo dell’inizio del regime fascista, è uscita la ristampa del volume “Tra le due guerre” edito nel 1993 dall’allora Libreria Il Portico con l’integrazione di un sottotitolo che forse per prudenza allora venne omesso: “storia del fascismo carpigiano”. A cura di Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni con la prefazione del prof. Alfonso Prandi, il libro ricostruisce, con documenti e immagini d’epoca in gran parte inediti, il periodo del ventennio fascista e vuole essere “un apporto concreto a un giudizio storico, e non più soltanto polemico, del ‘fascio’, quale fu qui in loco”.
E’ il 1920 quando a Carpi in casa dei fratelli Pelliciardi, Bruno Meloni, ex ufficiale, decorato al valore, congedato da pochi mesi, riunisce Virgilio Lancellotti, ex combattente, rientrato all’inizio della guerra dal Messico dove ha combattuto come volontario in una delle tante guerre civili, Guglielmo Nobis, capitano degli alpini, legionario fiumano, ferito e decorato, e il commerciante Arrigo Tirelli: si concorda per la fondazione a Carpi di un Fascio di Combattimento che trova sede, pur con difficoltà, in via Terranova 13 (l’attuale via Giordano Bruno): due stanze sopra la trattoria dei fratelli Pellicciardi. Il 2 dicembre viene inviato un telegramma a Mussolini: è la nascita ufficiale del Fascio carpigiano. Seguono i mesi delle azioni di progressiva conquista territoriale “contro il pericolo bolscevico” ricostruite dettagliatamente: dopo quello di Bologna, il Comune di Carpi è il primo a cedere sotto le bordate furenti e irriducibili della violenza fascista fino ad arrivare al 1929 con la fotografia del corteo che festeggia per le via di Carpi i risultati del plebiscito del 24 marzo coi risultati che consegnano al fascismo oltre il 90% dei suffragi.
Di quel periodo ricompreso tra le due guerre mondiali restano testimonianze urbanistiche e architettoniche a Carpi. Agli anni tra il 1920 e il 1922 risale la sistemazione a parco pubblico nel ricordo dei carpigiani caduti nella Grande Guerra dello slargo antistante Porta Mantova (oggi Parco delle Rimembranze) e la costruzione dei padiglioni del nuovo ospedale. Al 1927 risale il completamento del Cimitero Urbano con l’erezione della vasta cappella in stile neogotico e, del 1928, è la costruzione del Campo Sportivo e del Mercato Bestiame. “Negli stessi anni si realizzano interventi di edilizia economica popolare nelle immediate aree di pertinenza al centro storico, non sufficienti però a soddisfare le necessità locali che rimangono del tutto precarie tanto che l’amministrazione comunale fascista deve adattare a improvvisata residenza dei senza tetto i solai del castello e parte del grande complesso dell’ex monastero di Santa Chiara. La necessità di acquisire nuove realtà edilizie destinate alla residenza popolare si concretizza, dopo la visita a Carpi di Mussolini il 28 luglio del 1941 e con un suo diretto contributo, nella costruzione in zona periferica di quattro grandi monoblocchi abitativi, le cosiddette anche oggi “case del Duce”.
Veramente imponente è invece il programma di dotare le frazioni campestri di idonei edifici scolastici per le classi di istruzione elementare.
Gli anni scorrono e le tante immagini di cui è corredato il libro raccontano i concorsi nazionali per la Battaglia del Grano, la giornata della Leva fascista, le sfilate degli atleti al Polisportivo, le cerimonie al Teatro Comunale, l’emigrazione in cerca di fortuna in Etiopia o in cerca di lavoro nelle risaie piemontesi, l’estate nella colonia solare di San Martino Secchia per rafforzare la salute.
La crisi del fascismo arriverà con l’inizio della guerra mondiale.
S.G.