Va in scena sabato 3 dicembre, alle 20, e domenica 4, alle 15.30, per il cartellone lirico al Teatro Comunale di Modena, Profezia… una rappresentazione in musica e parole su testi di Pier Paolo Pasolini e Sandro Cappelletto e partitura di Matteo D’Amico, Enzo e Lorenzo Mancuso. L’opera da camera va in scena in prima rappresentazione assoluta su commissione del Teatro in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini e in collaborazione produttiva con Fondazione Paolo Grassi o.n.l.u.s.
Lo spettacolo si avvale della regia di Carlo Fiorini e della direzione musicale di Stefano Seghedoni alla guida di un ensemble strumentale formato dal violino di Michaela Bilikova, dal violoncello di Silvia Chiesa, dal clarinetto di Stefano Borghi e dalla fisarmonica di Saria Convertino. In scena, il soprano Sabrina Cortese a fianco delle voci narranti di Alessandra Arcangeli e dello stesso Sandro Cappelletto.
Giovedì 1° dicembre, alle 18, Sandro Cappelletto e Matteo D’Amico e Carlo Fiorini introdurranno l’opera al pubblico per la serie invito all’opera presentata in collaborazione con Amici dei Teatri Modenesi (Ridotto del Teatro Via Goldoni 1 Ingresso libero fino ad esaurimento posti)
Pasolini scrisse un testo dal titolo Profezia negli Anni Sessanta, prendendo spunto da un racconto di Jean-Paul Sartre e ambientato al tempo della allora recentissima guerra combattuta dall’Algeria per ottenere l’indipendenza dalla Francia. Protagonista è ‘Alì dagli occhi azzurri’, un personaggio immaginato come nuovo possibile redentore di un’umanità stanca e impaurita. “Nelle riflessioni, nostre e con Enzo e Lorenzo Mancuso – raccontano Cappelletto e D’Amico – è emerso il desiderio di avviare con Profezia un dialogo serrato, quasi stessimo scrivendo al suo autore una lettera fatta di parole, canto e musica per, se così possiamo dire, aggiornarlo, nell’anno in cui ricorre il centenario della nascita, mentre quasi mezzo secolo – ormai – è trascorso dal suo assassinio. Per interrogarlo, per chiedergli se abbia davvero pensato che potrà mai esistere un ‘Alì dagli Occhi Azzurri’. Quando immaginava Alì, Pasolini pensava a una vicenda che connota l’essere umano: pensava ad Adamo, il primo dei viandanti, a Cristo, che se ne va di casa prendendo bisaccia e sandali. E attendeva i tanti Alì venuti a incrociare con le nostre le loro vite, le speranze, le attese, le sconfitte, i lutti”.
Fra numerose altre partiture operistiche, Matteo D’Amico ha composto La finestra su Kensington Gardens rappresentato al Teatro Alighieri di Ravenna e al Teatro Olimpico di Roma, Dannata epicurea, su libretto di Sandro Cappelletto, per il teatro Massimo di Palermo, Lavinia fuggita, da un racconto di Anna Banti per il Teatro Comunale di Modena, Patto di sangue, sempre con Cappelletto per il Festival del Maggio Musicale Fiorentino, Le Malentendu per il Festival Sferisterio Opera di Macerata. Nel campo della produzione destinata all’orchestra si ricordano Le creature di Ade, diretta da Daniele Gatti con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Flight from Byzantium commissionata dalla London Philharmonic Orchestra e diretta da Vladimir Jurovski e Veni veni Mephostophilis commissionato dall’Accademia di Santa Cecilia e diretto da Antonio Pappano.