Ex Silan, quale sorte toccherà all’area?

L’area di piano particolareggiato, risalente al 2005 seppur con qualche ritocco apportato nel corso degli anni, consiste in quasi 20mila mq edificabili, tra residenziale e commerciale. Lì gli indici edificatori sono a dir poco “generosi”, sulla carta potrebbero infatti essere realizzati 200 alloggi in 19 condomini. Da quel lontano 2005 il mondo è però profondamente mutato così come la filosofia dell’abitare. A ciò si aggiungano i rincari su materie prime e appalti e il gioco è fatto: è plausibile che il potenziale edificatorio venga ridimensionato

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Abitcoop di Modena e Andria di Correggio sono le due cooperative che si sono aggiudicate all’asta l’ex Silan, rientrante nel fallimento della Dmr. Un’area enorme quella tra le vie Meloni di Quartirolo e Cimabue dove sorgeva l’ex stabilimento fondato da Renato Crotti, pioniere del tessile a Carpi. 39mila metri quadrati che sorgono intorno al bel Parco dell’Unità d’Italia – 17 marzo 1861. L’area di piano particolareggiato, risalente al 2005 seppur con qualche ritocco apportato nel corso degli anni, consiste in quasi 20mila mq edificabili, tra residenziale e commerciale. Lì gli indici edificatori sono a dir poco “generosi”, sulla carta potrebbero infatti essere realizzati 200 alloggi in 19 condomini. 

Da quel lontano 2005 il mondo è però profondamente mutato così come la filosofia dell’abitare. A ciò si aggiungano i rincari su materie prime e appalti e il gioco è fatto: è plausibile che il potenziale edificatorio venga ridimensionato. Da Andria e Abitcoop intanto arrivano rassicurazioni, della serie sarà necessario trovare un equilibrio ma una cosa è certa, a fronte del difficile momento, con prezzi schizzati alle stelle, le due cooperative non hanno alcuna fretta di iniziare a edificare. A essere in corso paiono essere soltanto le valutazioni preliminari, propedeutiche a qualsiasi tipo di progettazione. A essere presentato in tempi piuttosto brevi in Comune invece, confermano da Andria, sarà il permesso di costruire per poter così terminare le opere di urbanizzazione primaria. Non ci resta che aspettare per capire quale sorte toccherà all’area.

Jessica Bianchi 

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