Una quercia porta il nome di Alice Aldrovandi, ne avrebbe sorriso…

“Per il suo forte e costante impegno nella difesa degli alberi e dell’ambiente”. E’ questo il messaggio della targa dedicata all’ambientalista Alice Aldrovandi scomparsa prematuramente un anno fa, scoperta oggi, sabato 19 novembre, Giornata mondiale degli Alberi, nel Parco Martiri delle Foibe. Chi l’ha conosciuta lo sa, Alice era caparbia, appassionata. Instancabile. Il suo amore per la natura l’ha tenuta in vita e l’ha sostenuta anche nella sua battaglia più gravosa, quella contro una malattia con cui combatteva da anni. Non amava le lusinghe né la piaggeria: di questa quercia avrebbe sorriso ma poi avrebbe allungato lo sguardo verso la Cappuccina, scosso la testa e lanciato qualche improperio. Io è così che voglio ricordarti, mai doma. Ci manchi Alice.

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“Per il suo forte e costante impegno nella difesa degli alberi e dell’ambiente”. E’ questo il messaggio della targa dedicata all’ambientalista Alice Aldrovandi scomparsa prematuramente un anno fa, scoperta oggi, sabato 19 novembre, Giornata mondiale degli Alberi, nel Parco Martiri delle Foibe. Lì, proprio accanto alla “sua” amata Cappuccina, le associazioni aderenti alla Consulta Ambiente del Comune hanno piantato una farnia per celebrare la sua memoria e il suo impegno indomito e appassionato. “Alice non si è mai sottratta al confronto, ha profuso ogni energia nel nome dell’ambiente, fungendo spesso da stimolo e da pungolo per le istituzioni”, ha sottolineato il presidente della Consulta Angelo Frascarolo dando il via alla cerimonia, alla presenza di amici e famigliari.

“Un albero – gli ha fatto eco il sindaco Alberto Bellelli – ha radici profonde ma mira al cielo. Sta fermo ma contribuisce a mutare il paesaggio. Alice ha condotto tante battaglie, con spirito di sacrificio e cercando di coinvolgere quante più persone possibili. A volte ci siamo scontrati, altre eravamo dalla stessa parte. Il mio auspicio è che sotto i rami di questa quercia possano venire a giocare i suoi nipotini e che siano animati dalla stessa passione della loro nonna”. A prendere la parola è poi stata Monica Medici, consigliera dei Cinque Stelle, partito nel quale Alice ha militato per anni: “ricordo che nei suoi ultimi mesi di vita cercavo di tenerla aggiornata su quanto accadeva in città e non solo. Lei a un certo punto mi disse, Non mi interessa più nulla, solo salvare il maggior numero di alberi. Ho pensato a lungo a quelle parole che inizialmente mi avevano lasciata perplessa e poi ho capito. La salvaguardia dell’ambiente è un tema cruciale e se non lo rimettiamo al centro delle nostre azioni tutto andrà a rotoli. Le forze la abbandonavano ma lei lo aveva compreso e non si è mai arresa”. 

Alice era una guerriera, ha continuato l’onorevole Stefania Ascari, “un esempio di politica pulita, leale. Nei suoi ultimi vocali era lei a darci forza. Non ha mai mollato, dando tutta se stessa per ciò in cui credeva. Questa quercia ci ricorda di non mollare perchè il ricordo di Alice non si cancella”. Toccante anche il ricordo di Sergio Vascotto: “l’ultimo ricordo che ho di lei è nell’Oltreferrovia, a ridosso del Consorzio Agrario, in un magnifico viale di tigli. Una cattedrale verde nelle cui vicinanze sorge un boschetto. Un’area selvaggia di cui la natura si è riappropriata e fu proprio a quella che Alice rivolse la sua attenzione ricordando a tutti noi e alle istituzioni che quello spazio doveva essere protetto e salvato dal cemento. Un monito che teniamo bene a mente”. Presente alla cerimonia anche l’ex senatrice 5 stelle, Maria Laura Mantovani: “Alice l’ho conosciuta 20 anni fa perché le nostre figlie frequentavano la stessa scuola. Era un punto di riferimento per ogni attività scolastica, quando c’era qualcosa da organizzare lei era in prima fila. Lei si impegnava perché amava le persone ed proprio quell’attitudine che dovremmo imitare”.

Chi l’ha conosciuta lo sa, Alice era caparbia, appassionata. Instancabile. Il suo amore per la natura l’ha tenuta in vita e l’ha sostenuta anche nella sua battaglia più gravosa, quella contro una malattia con cui combatteva da anni. Non amava le lusinghe né la piaggeria: di questa quercia avrebbe sorriso ma poi avrebbe allungato lo sguardo verso la Cappuccina, scosso la testa e lanciato qualche improperio. Io è così che voglio ricordarti, mai doma. Ci manchi Alice. 

Jessica Bianchi