A volte si vince, a volte si perde. Si chiama alternanza, lo avevamo dimenticato ed è garanzia del buon funzionamento del sistema perché se si blocca, peggiora e deperisce. Saper di poter essere sostituiti costringe i governanti a non comportarsi da mascalzoni e gli oppositori a ripensarsi per essere più convincenti. A una severa riflessione, per la quale forse non basterà un congresso, saranno costretti nel Partito Democratico a cui rimane la sola Emilia Romagna visto che in Toscana al Senato è primo FdI: nella nostra regione la coalizione guidata da Giorgia Meloni ha infatti preso il 39% contro il 36% del centrosinistra. Il Pd ha chiuso con il 28% contro il 25% di Fratelli d’Italia.
A Carpi le cose sono andate un po’ meglio rispetto al resto dell’Emilia Romagna ma non al punto da giustificare toni entusiastici. “Se in Italia perde, a Modena il Partito Democratico e il centrosinistra tengono” ha detto il segretario del Pd Roberto Solomita. Al partito occorre un punto e a capo, un ripensamento complessivo della sua identità e del linguaggio attraverso cui esprimerla. Rispetto alle alleanze, è l’intera area vasta a dover meditare, non solo il Pd: a Carpi il partitone ha ottenuto il 34% e il peso di Verdi, +Europa e Di Maio coi suoi 128 voti, è stato inconsistente; i 5 Stelle rianimati dalle promesse di Conte arrivano al 10%; Calenda e Renzi non sfondano (8%).
Il centrodestra a Carpi non vince (Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni sale 20%, la Lega per Salvini Premier arretra al 6% e Forza Italia non va oltre il 4%) ma fa incetta di seggi nella rossa Emilia Romagna dove Pd e alleati hanno conquistato le poche vittorie all’uninominale a livello nazionale: sette gli scontri diretti vinti in regione dal centrodestra alla Camera. Insomma, come una valanga.
Chiusa la partita delle politiche, è già partito il conto alla rovescia per le elezioni amministrative del 2024 e i nuovi equilibri a livello nazionale peseranno inevitabilmente sulle decisioni a livello locale. Il PD sarà costretto ad abbandonare il ‘monolitismo’ politico? Chi tra Azione e Movimento 5 Stelle sarà disponibile al dialogo? Il centrodestra potrà ancora contare su Fratelli d’Italia? I civici di Carpi Futura cercheranno un partito di riferimento a livello nazionale? Manca poco più di un anno ma si scaldano già i motori della campagna elettorale: vincerà chi, mantenendo il contatto con la realtà, riuscirà a dare la visione più convincente del futuro della nostra città senza dimenticare l’attenzione alle piccole cose.
Sara Gelli