“Il confitto di interessi fuori dalla Fondazione Cr di Carpi”

“Da tempo in Fondazione si legittima un modus operandi che diverge dalle regole tanto che oggi sembra normale che amministrazioni pubbliche e diocesi indichino dei candidati di parte che ne rappresentino gli interessi. Questo però è già previsto per quanto riguarda le nomine dei 17 consiglieri di indirizzo. Qual è dunque la loro paura, di non avere rappresentanza in Fondazione? Ricordo che il compito del CdA è quello di garantire una giusta amministrazione, rispondendo e dando gambe alle strategie e agli obiettivi indicati dal CdI”, a parlare è la candidata consigliera Sara Collucciello della Lista Arletti in corsa per il Consiglio di Amministrazione. Venerdì 2 settembre, alle 17,30, il Consiglio di Indirizzo della Fondazione è convocato per il voto. La corsa rispetto a maggio è a due. Un testa a testa tra Giovanni Arletti e Mario Arturo Ascari. Vedremo se a vincere sarà, per l’ennesima volta, lo status quo.

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In ogni partita, si sa, l’obiettivo è quello di vincere ma la volontà dichiarata della cosiddetta Lista Arletti (capitanata da Giovanni Arletti presidente e da una rosa di consiglieri formata dai professionisti Annalisa Bonaretti, Federico Cattini, Sara Collucciello, Grazia Gamberini, Ermanno Ruozzi e Mario Santangelo), candidata a diventare il nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, è anche quella di “scardinare” un sistema tanto consolidato quanto al di fuori delle regole sancite da Statuto, Regolamento e Codice etico dello stesso ente. La prassi diffusa da tempo di far migrare alcuni consiglieri di indirizzo, che possono poi auto votarsi, nel Consiglio di Amministrazione genera infatti una preoccupante promiscuità. Ad aleggiare è dunque, su più livelli, il conflitto di interessi, una preoccupazione che ha spinto i sette candidati della Lista Arletti a inviare, in quanto parte in causa, “una lettera di segnalazione formale al presidente della Fondazione e a quello del Collegio dei revisori dei conti affinché vengano presi dei provvedimenti correttivi”, spiega Giovanni Arletti. L’auspicio è quello di conquistare venerdì pomeriggio quando il consiglio di indirizzo si riunirà per decretare il nuovo CdA, la maggioranza dei voti (almeno 9) ma, prosegue Annalisa Bonaretti, “a prescindere dall’esito noi ci stiamo attenendo in modo rigoroso e stringente alle regole e siamo consci di portare un contributo importante su un’anomalia davanti alla quale non ci si può più voltare dall’altra parte”.

La ratio della segnalazione di tale potenziale conflitto, aggiunge Federico Cattini, è quella di far sì che “entrambe le liste in lizza – così come quelle che si presenteranno in futuro – possano partire dalla stessa linea di partenza. Ad oggi invece se in una sono presenti consiglieri di indirizzo che si candidano al consiglio di amministrazione e possono votarsi ciò va a svantaggio della lista che ne è priva”. 

Una difformità ben evidenziata da Sara Collucciello: “da tempo si legittima un modus operandi che diverge dalle regole tanto che oggi sembra normale che amministrazioni pubbliche e diocesi indichino dei candidati di parte che ne rappresentino gli interessi. Questo però è già previsto per quanto riguarda le nomine dei 17 consiglieri di indirizzo. Qual è dunque la loro paura, di non avere rappresentanza in Fondazione? Ricordo che il compito del CdA è quello di garantire una giusta amministrazione, rispondendo e dando gambe alle strategie e agli obiettivi indicati dal CdI”.

A darle man forte, ribadendo il concetto, è anche Grazia Gamberini: “il consiglio di indirizzo è il vero cuore pulsante dell’ente, mentre quello di amministrazione è il braccio. Nel tempo, forse per comodità, sembra che a dettare le linee sia diventato il CdA ma questo a tutti gli effetti sovverte lo spirito democratico della stessa Fondazione”.

Insomma “prassi e regole non coincidono – prosegue Cattini – e noi faremo di tutto affinché i ruoli dei due organi tornino a essere chiari e rispettosi delle norme”.

Una confusione di ruoli che, come sottolinea Ruozzi, “è discriminante per la nostra lista. Peraltro abbiamo letto che la lista a noi contrapposta (nata, lo ricordiamo, dalla fusione di due, e composta da Mario Arturo Ascari candidato presidente, Andrea Ballestrazzi, Giacomo CabriEnrico CampedelliRoberta Della Sala, Tamara Gualandi e Anna Navi) ha presentato preventivamente un programma al CdI. Ma di cosa stiamo parlando? Quali sono i contenuti di tale documento? Un fatto inquietante non solo per il fatto che la lista non è ancora stata eletta ma perché la stesura di eventuali idee non spetta certo al CdA. Noi siamo indipendenti da enti e portatori di interessi: questa è la nostra forza più grande”. 

La Fondazione è un ente poco conosciuto, soprattutto dalla cittadinanza, ma il suo raggio di azione è ampio e le ricadute dei suoi investimenti sono fondamentali in città soprattutto in un tempo complesso e instabile come quello che stiamo vivendo: “garantire la massima trasparenza a questo organismo, proprio per la sua valenza, – sottolinea il dottor Mario Santangelo – è per noi un imperativo imprescindibile”.

Venerdì 2 settembre, alle 17,30, il Consiglio di Indirizzo della Fondazione è convocato per il voto. La corsa rispetto a maggio è a due. Un testa a testa tra Giovanni Arletti e Mario Arturo Ascari. Vedremo se a vincere sarà, per l’ennesima volta, lo status quo.

Jessica Bianchi