Sembrano identici ma non lo sono affatto. Il diavolo, si sa, è nei dettagli e il dibattito sul riscatto del diritto di superficie dell’immobile in gestione alla Polisportiva Dorando Pietri che il 19 luglio ha tenuto banco in Consiglio Comunale ne è stata la dimostrazione lampante. La querelle non è delle più avvincenti ma sulla salvaguardia del Bocciodromo il partitone di maggioranza ha deciso di servire un sorprendente assist, squisitamente politico, all’Amministrazione. A fronte della mozione presentata settimane fa da Lega e Carpi Futura in cui si chiedeva alla Giunta di attivarsi “entro il 31 luglio per procedere all’immediato consolidamento del diritto di proprietà sul complesso immobiliare polifunzionale… rilevando all’Associazione Polisportiva Dorando Pietri il residuo diritto di superficie per un corrispettivo non superiore a 60mila euro… da liquidarsi mediante integrale compensazione dei crediti spettanti al Comune – ndr 46mila euro), il Pd decide di depositare in extremis un documento apparentemente analogo, ma privo di cifre e scadenze, in cui si legge di procedere al riscatto solo “se si ravvede un interesse pubblico, sia esso di impiego diretto dell’immobile o di fini sociali, al quale dedicare l’immobile, valutato attraverso la proposta di una progettualità di contenuto sociale, sportivo e culturale” e che questo criterio di valutazione deve diventare “il parametro da utilizzare anche in futuro su altri immobili costruiti in diritto di superficie”.
Il messaggio nella bottiglia? “Dettare un indirizzo, un metodo, rispetto al fatto che la socialità è un bene che va oltre quello economico”, ha commentato il consigliere Maurizio Maio durante le dichiarazioni di voto, nonché un “messaggio di tenuta e di rilancio del mondo associativo” oggi in gravissima crisi d’identità. Una mozione, quella del Pd ovviamente, su cui l’unico a dilungarsi è stato il sindaco Alberto Bellelli. “La mozione del Partito democratico scrive qualcosa in più, ovvero che la socialità è un bene. Ci consegna un indirizzo politico perpetuo che andrà applicato a tutte le occasioni che riguardano situazioni simili soprattutto a fronte della grave crisi che sta vivendo il volontariato. Stasera si fa una scelta politica, valoriale e qualora venisse approvata ce la prendiamo in carico tutti, pronti ad applicarla anche ad altre casistiche. Si sta sancendo un principio: quando si può salvare, nel nome della pubblica utilità, si salva, aldilà di cifre e scadenze. Perchè quando si perdono pezzi di realtà, come quelli dei centri sociali ad esempio che tanto hanno fatto, ricordiamo su tutti il periodo del terremoto, perdiamo un pezzo di noi, della nostra identità”.
Nel ricordare al primo cittadino che “sarebbe dovuto essere il partito a parlare e non lui dal momento che il sindaco non è il capogruppo del Pd in Consiglio”, Giulio Bonzanini (Lega) ha ribadito come “le motivazioni di carattere economico non siano affatto secondarie e che procedere ora col riscatto sarebbe un’occasione da non perdere dal momento che si porterebbe a casa lo stabile per una cifra ridicola. Sarebbe stato apprezzabile che stasera sul tavolo vi fosse stata una sola mozione su cui ragionare insieme per trovare una soluzione condivisa, per il bene collettivo, da tutto il Consiglio e invece no”. Naturalmente a essere approvata è stata la sola mozione del Pd: nessun consigliere del Partito Democratico ha votato a favore della mozione di Lega e Carpi Futura mentre quest’ultima forza politica, così come i 5 Stelle, ha espresso un voto positivo per entrambe. Ma il fine non era il medesimo?
E ora cosa cambierà? In soldoni nulla. “Si privilegia sempre la teoria alla pratica e anziché riprendere possesso ora dell’edificio e decidere cosa metterci dentro a seconda dei reali bisogni della città si riduce il dibattito a una questione meramente politica, disquisendo su una valenza, quella sociale, che nessuno di noi ha peraltro mai messo in discussione”, prosegue Bonzanini. La salvaguardia della “socialità organizzata”, come l’ha definita Bellelli, sarà il criterio – legittimato dal Partitone – da cui partire per valutare come rifunzionalizzare gli spazi. Un elemento certamente necessario ma per nulla sufficiente per ridare respiro – e futuro – a una città sempre più asfittica.
Jessica Bianchi