Il nuovo ospedale sorgerà tra la Tangenziale Bruno Losi e le vie dell’Industria, 4 Pilastri e Guastalla. A mettervi il sigillo definitivo, nonostante la collocazione stabilita dalla CTSS – Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria abbia fatto storcere il naso a molti per il consumo di suolo che comporterà, è stato il Consiglio Comunale con l’approvazione della necessaria variante urbanistica. Ora la partita passa definitivamente nelle mani di Ausl a cui spetta il compito di redigere il progetto esecutivo della nuova struttura ospedaliera in base al quale potrà dare il via dapprima agli espropri (tanti) per acquisire le aree e avviare poi i lavori.
“Da oggi scattano formalmente i cinque anni per procedere all’acquisizione mediante esproprio” ha chiarito l’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi che continua: “questa variante è l’ultima prima dell’introduzione del nuovo PUG – Piano urbanistico generale ed è la più importante che il Civico Consesso abbia visto negli ultimi anni dal momento che il posizionamento di un ospedale di sostituzione ha un rilievo notevole sia in termini urbanistici che socio-assistenziali. Questa variante si porta dietro un altro impegno, quello della riqualificazione e della trasformazione dell’area dell’attuale Ramazzini per non non lasciare un luogo abbandonato dopo la delocalizzazione”.
A dare il La al dibattito è stata Anna Colli (Carpi Futura) che ha cercato di indirizzare la discussione non tanto sull’area quanto sulla necessità di un totale ripensamento della sanità. “Questa è un’operazione importante e rischiosa per le risorse che impegniamo, per l’impatto ambientale e per le incognite legate agli espropri ma la più grande preoccupazione è un’altra. Tra dieci anni, quando forse il nuovo ospedale sarà pronto, potremo contare su una struttura attuale o nascerà già vecchia?”. Per evitare di incorrere in tale rischio, secondo la consigliera Colli, è decisivo chiedersi sin da ora “come cambierà la sanità. Il Comune ha fatto la sua parte, ora dovrà stare addosso all’Ausl per chiedere quale rete vorrà costruire per la salute nei prossimi anni. Al momento i progetti sulla medicina territoriale sono vaghi. L’ospedale è necessario per le acuzie ma c’è di più. E’ solo un tassello, per quanto fondamentale, ma a essere ripensata dev’essere l’assistenza sanitaria territoriale. Non esiste il tema ospedale senza una rete: il baricentro è il territorio. La costruzione di una nuova struttura è un’occasione unica per ridisegnare cosa c’è a lato. Serve una visione complessiva”. Il dibattito che è seguito ha poi riportato il focus sulla collocazione, considerata “sbagliata” da Annalisa Arletti (Fratelli d’Italia): “sarebbe stata meglio una sede che potesse servire anche il correggese. Detto ciò resta il dubbio che non ci siano le infrastrutture necessarie, dubito che il prolungamento della bretella potrà essere sufficiente per servire l’area”.
Una scelta su cui la consigliera del Movimento 5 stelle Monica Medici non ha mancato di ribadire la propria “contrarietà. Dal momento che il danno ambientale non vi fa fare una piega voglio fare un’altra riflessione: questo ospedale sarà pronto se tutto va bene fra una decina di anni, tantissimi per gli operatori del Ramazzini che già ora chiedono migliori condizioni di lavoro. Quando sarà pronto il rischio è che i sanitari siano già fuggiti… e una buona sanità non passa per i muri ma per i professionisti. La proposta da noi sposata di demolizione e ricostruzione per step avrebbe restituito agli operatori in tempi più ragionevoli reparti nuovi”.
Un’ipotesi questa, che il consigliere del PD – Carpi 2.0 – Centro Sinistra, Andrea Bizzarri ha liquidato come “una barzelletta. Un’idea intrigante ma infattibile. E’ incredibile, siamo sempre al punto zero, il dibattito ricomincia sempre daccapo. Andiamo avanti, votiamo a favore e lasciamo che altri enti facciano il loro lavoro”.
Un invito, il suo, accolto da Pd e Carpi Futura. Contrario il Movimento 5 Stelle mentre Lega e Fratelli d’Italia si sono astenuti. Insomma variante approvata. La sede per il nuovo ospedale è stata individuata, a mancare è tutto il resto, contenuti compresi, come ha ben sintetizzato la consigliera Colli.
Jessica Bianchi