“C’è chi ha lucrato sul sisma mentre noi siamo ancora fuori casa, la nostra unica casa”

Coincidenze sfortunate hanno determinato ritardi che si sono sommati ai tempi lenti della burocrazia: i lavori di ricostruzione, in stradello Rossi 8/A a Cortile sono iniziati nel mesi di settembre del 2020. La storia di Patrizia e Roberto.

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A distanza di dieci anni Patrizia Fiori è tuttora fuori casa ma l’attesa potrebbe non durare ancora a lungo. “I lavori sono andati avanti, siamo ormai agli sgoccioli ma il traguardo sembra irraggiungibile: stiamo aspettando Enel che va sempre per le lunghe e manca il collegamento con le fognature – racconta Patrizia – ma da quello che ci è stato detto la nostra casa dovrebbe essere pronta a settembre”.
Patrizia e il marito Roberto non hanno più rimesso piede nella loro abitazione dalla scossa del 29 maggio 2012 quando nel caseggiato in cui abitavano hanno ceduto le travi e ci sono stati crolli im- portanti nella parte del fieni- le tanto che la scheda Aedes ha certificato una E grave. Era stata dichiarata l’inagibilità di tutto l’edificio anche se l’unità abitativa di Roberto e Patrizia non aveva riportato gravi danni. Coincidenze sfortunate hanno determinato ritardi che si sono sommati ai tempi già lenti della burocrazia: i lavori di ricostruzione, in stradello Rossi 8/A a Cortile, sono iniziati solo nel mese di settembre del 2020.

“Fino al maggio del 2015 abbiamo vissuto in un modulo abitativo temporaneo collocato nell’area cortiliva poi abbiamo deciso di affittare un appartamento a Cortile, dove siamo tuttora, in attesa di poter rientrare nella nostra casa”. E come se non bastassero i disagi affrontati fino a oggi, “i contributi per l’affitto arrivano con mesi di ritardo: ci sono appena state accreditate le ultime tre mensilità del 2021 e c’è chi rischia di essere sfrattato perché non è in grado di onorare i pagamenti se non ha messo da parte qualcosa. Dopo dieci anni tante cose sono cambiate e c’è qualcuno che ha pure perso il lavoro”.

Per chi è ancora fuori casa dopo dieci anni la situazione è molto pesante da sopportare. “Tra l’altro, se è vero che possiamo beneficiare del contributo regionale per la ricostruzione – continua Patrizia – è altrettanto sicuro che parte delle spese le dovremo sostenere di tasca nostra. Anche a noi presentano il conto, anche dopo dieci anni, perché se riavrò la mia casa non sarà gratis”.
Infine, resta l’indignazione perché a Cortile sono state velocemente ricostruite, grazie all’aiuto dello Stato, seconde case che oggi sono in vendita perché c’è chi ha lucrato sul sisma “mentre noi siamo ancora fuori casa, la nostra unica casa”.
Alla domanda: che cosa farà quando, a settembre, rimetterà piede nella sua casa per la prima volta dopo dieci anni? Patrizia non riesce nemmeno a rispondere, le si rompe la voce.

Sara Gelli