Covid, a quando il passaggio da pandemia a endemia?

“Nel 2020 - sottolinea il direttore generale dell'Azienda Usl di Modena, Antonio Brambilla - si è registrato un eccesso di morti nel nostro territorio del +20,6% mentre nel 2021 l’eccesso è stato più contenuto, raggiungendo quota +9,4%. Se il trend si confermerà anche nelle prossime settimane potremo affermare con maggiore sicurezza di essere tornati ai numeri prepandemici per quanto riguarda la mortalità. Ciò non significa che siamo entrati in una fase endemica bensì come le azioni messe in campo, dalla campagna vaccinale alle misure di protezione personale, abbiano inciso fortemente sul numero dei decessi”.

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La variante Omicron ormai dominante sta aprendo scenari nuovi soprattutto lì dove la percentuale dei vaccinati – come nel nostro Paese – è altissima dal momento che il virus inizia a far meno danni. Considerare il Covid come “un raffreddore” però sarebbe un errore, la mortalità infatti, sebbene bruscamente calata, è ancora troppo alta per non parlare poi dell’attuale crescita della curva dei contagi. Il passaggio da pandemia a endemia (ndr – una malattia si considera endemica quando l’agente responsabile è stabilmente presente e circola nella popolazione, manifestandosi con un numero di casi più o meno elevato ma uniformemente distribuito nel tempo) non è dunque ancora giunto ma qualche timido segnale incoraggiante arriva anche se, ha spiegato il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Antonio Brambilla, la parola d’ordine è cautela. Nell’ultima settimana in analisi, quella dal 28 marzo al 3 aprile, in provincia di Modena si sono registrati 147 decessi per tutte le cause in linea col valore atteso, di cui 122 tra le persone con 75 anni e oltre, anche questo dato in linea col valore atteso. “Nel 2020 – sottolinea Brambilla – si è registrato un eccesso di morti nel nostro territorio del +20,6% mentre nel 2021 l’eccesso è stato più contenuto, raggiungendo quota +9,4%. Se il trend si confermerà anche nelle prossime settimane potremo affermare con maggiore sicurezza di essere tornati ai numeri prepandemici per quanto riguarda la mortalità. Ciò non significa che siamo entrati in una fase endemica bensì come le azioni messe in campo, dalla campagna vaccinale alle misure di protezione personale, abbiano inciso fortemente sul numero dei decessi”. 

Oggi (14 aprile) nel modenese la circolazione virale è altissima, il tasso di incidenza è di 657 nuovi casi ogni 100mila abitanti e si registrano fino a 800 nuovi positivi al giorno: “se avessimo avuto dei numeri di questo tipo nel 2020, in epoca pre vaccino, sarebbe stato un vero e proprio disastro in termini di ospedalizzazioni e mortalità”.

In realtà a continuare a morire sono i vaccinatissimi over 80 (l’età media dei deceduti negli ultimi trenta giorni è di 84 anni) e a perdere la vita dall’inizio della pandemia sono già state 2.087 persone nella nostra provincia (161mila in Italia al 14 aprile). 

“Il virus non più buono – aggiunge il professor Andrea Cossarizza, immunologo e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, è cauto – ci sono ancora persone che muoiono ogni giorno di Covid. Il calo della mortalità è legato al fatto che l’84% della popolazione italiana, bambini compresi, è vaccinata e che questi vaccini stanno continuando a funzionare. Non dimentichiamo poi che l’uso delle mascherine ha avuto un impatto notevole nell’evitare numerose morti. L’influenza ha provocato 200 morti al giorno da ottobre a marzo, tra il 2018 e il 2019, per un totale di 35mila deceduti: le misure di prevenzione adottate per il Covid ci hanno protetto anche da altri virus aerei”.

Jessica Bianchi

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